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VALMALENCO: Mentre si affaccia l’ipotesi di una buona stagione, c’è chi sostiene che è ora di cambiare modello. Ma è proprio tutto vero?  

today5 Aprile 2023 20

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consorzio turistico sondrio e valmalenco

Non cadiamo nella trappola della semplificazione.

La montagna invernale resta comunque la locomotiva di una lunga filiera.

Molte voci si augurano una transizione verso un’altra industria del turismo invernale in montagna, dove non tutto ruoti attorno alla neve.

Un modello diverso rispetto a quello che si è imposto negli ultimi anni e che comunque non potrà essere realizzato dall’oggi al domani.

Per non compromettere innanzitutto una filiera che oggi l’industria dello sci assicura – commenta Roberto Pinna Direttore del Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco.

Se è vero che gli sport invernali, elemento di punta dell’offerta, dipendono fortemente dall’affidabilità della neve ed è quindi importante comprendere gli impatti e i rischi dei cambiamenti climatici per una efficace progettazione di politiche e strategie di gestione del rischio, é anche vero che i risultati di questa stagione indicano una relazione significativamente positiva tra gli skipass e la copertura nevosa.

Migliori condizioni di innevamento tendono a corrispondere anche a più pernottamenti e presenze per questo motivo, l’innevamento artificiale rappresenta ancora oggi la strategia di adattamento dominante.

La neve artificiale può ridurre le perdite finanziarie dovute a occasionali inverni carenti di neve, e forse potrà proteggerci dalle tendenze sistemiche a lungo termine verso inverni più caldi.

Per questo motivo, per il Consorzio, sarà cruciale sostenere strategie basate sulla diversificazione delle attività e valorizzare tutti quegli investimenti legati all’economia montana per la condizioni della neve naturale o artificiale.

Certo, bisognerà aumentare l’impegno nel turismo annuale, stimolando e promuovendo anche il turismo estivo, organizzando gare sportive, eventi ecc.

ecc.

Analizzare, ripensare, investire, convertire dovrebbe essere l’unico modo operandi per un territorio montano. Un esempio legato alla conversione delle strutture ricettive (è un esempio tra molti).

Da noi non ci sono “family hotels”.

Eppure nell’area orientale sono una risposta vera alle richieste delle famiglie.

Non abbiamo impianti di risalita che in estate diano buoni gettiti e risultati: investiamo dunque nella promozione, il territorio investa, su quei punti per coprire anche quei gettiti estivi che non sono sufficienti all’apertura, agevoli una trasformazione dell’arroccamento, unito alla ricettività.

Investire soldi pubblici a misura di territorio e diverso tra territori.

Investire risorse pubbliche in impianti rinnovabili per l’arroccamento.

Vale tutto per tutto il turismo montano e ancor di più per quello invernale ad oggi ancora locomotore di una filiera turistica.

E su questo, anche i negazionisti della crisi climatica, lo sanno.

A chi mi dice, allora si dovranno investire meno risorse nel turismo invernale, dico che “ne servono di più”.

Ricordiamoci sempre se si vuole ripensare a un sistema si dovrà includere e non escludere.

Roberto Pinna
Direttore
Consorzio Turistico
Sondrio e Valmalenco







Written by: Radio TSN

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