Anche per Lecco e Sondrio il quadro è caratterizzato dal generale mantenimento dei livelli
Anche per il campione delle province di Lecco e Sondrio, l’Osservatorio congiunturale rapido sul mese di marzo 2023 delinea un quadro caratterizzato da un generale mantenimento dei livelli, seppur con qualche distinzione: dai giudizi formulati il mercato domestico risulta infatti più dinamico rispetto all’export, sia per la domanda sia per il fatturato.
È riscontrabile un miglioramento rispetto agli Osservatori precedenti, questo sia guardando a quello rapido dello scorso novembre, dove tutti gli indicatori ad eccezione dell’occupazione erano risultati in peggioramento, sia facendo riferimento a quello di natura quantitativa riferito al secondo semestre 2022, dove erano state riscontrate dinamiche di lieve ribasso con un assestamento della crescita che aveva caratterizzato la prima metà dell’anno.
La stabilità si riscontra sul fronte occupazionale e su quello delle aspettative per il business nelle prossime settimane.
Permangono per le imprese alcune criticità riguardanti il limitato orizzonte di visibilità sul portafoglio ordini e l’approvvigionamento delle materie prime, in continuità, seppur con un effetto meno distorsivo, con quanto registrato per i due anni precedenti.
“Il quadro dei nostri territori è variegato – evidenzia il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Plinio Agostoni – ma non mostra particolari difficoltà, al di là di quelle già ampiamente segnalate nei mesi precedenti: restano le criticità legate ai prezzi delle materie prime e delle commodities energetiche, assieme alle inefficienze lungo le catene di fornitura.
A queste condizioni le imprese hanno reagito, attuando strategie per gestirle al meglio.
Ci fa anche piacere poter sottolineare la conferma dello stato di buona salute del nostro tessuto produttivo nei suoi fondamentali e l’attenzione crescente da parte delle imprese associate alle questioni legate alla sostenibilità a tutto tondo, che le imprese stanno affrontando con serietà e investendo su questi elementi come fattori di competitività”.
“A livello nazionale – prosegue il Presidente Agostoni – guardiamo con attenzione al rispetto delle scadenze degli impegni presi sul fronte del PNRR.
L’ingaggio di Confindustria su questa ed altre questioni per noi centrali è molto alto.
Mi riferisco, ad esempio, al regolamento che prescrive lo stop ai motori endotermici per i nuovi veicoli dal 2035, oggetto di un’azione di sensibilizzazione importante, allo scopo di modificare il provvedimento nei contenuti e nei tempi.
Anche il tema del rafforzamento degli ecosistemi nazionali ed europei di interesse strategico è sotto la lente, in particolare per quanto riguarda l’ambito dei semiconduttori e quello delle materie prime critiche.
Infine, particolare interesse va a quanto si sta muovendo sul fronte delle comunità energetiche, un’opportunità anche per il sistema delle imprese”.
“Il nostro Osservatorio – commenta il Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori – restituisce ancora una volta una fotografia di generale mantenimento dei livelli occupazionali, a cui si accompagnano alcune indicazioni di crescita.
Sappiamo infatti che molte delle aziende dei nostri territori sono alla ricerca di collaboratori qualificati e con competenze, troppo spesso difficili da individuare e portare all’interno delle imprese.
Su questo fronte sono già molti i progetti attivati, ai quali se ne aggiungeranno altri a breve.
E sempre in tema di nuove iniziative, si sta consolidando il servizio di affiancamento alle imprese in materia di sostenibilità, questione prioritaria per le aziende come conferma anche il nostro Osservatorio, che abbiamo sviluppato in accordo con i colleghi di Confindustria Como”.
TRASFORMAZIONE GREEN E SOSTENIBILITA’ D’IMPRESA
Le realtà del territorio si mostrano attive rispetto ai temi della trasformazione verde e della sostenibilità, ambiti che stanno assumendo sempre più centralità a livello internazionale nelle analisi sui driver di crescita e successo delle imprese.
Quattro aziende su cinque (79,2%) tra quelle aderenti all’Osservatorio sono infatti attive a vari livelli su progetti ed attività che riguardano l’efficientamento, la riduzione dei propri impatti ma anche interventi organizzativi interni ed esterni a beneficio delle filiere.
Esaminando più dettagliatamente, le azioni di efficientamento e di contenimento dell’impatto riguardano la misurazione dei consumi per due realtà su tre (66,7%), l’efficientamento energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili per il 78,6% delle imprese aderenti all’indagine, la riduzione e il riciclo di scarti e rifiuti per il 45,2%, il risparmio del consumo di materie prime per il 42,9%, la riduzione delle emissioni per il 40,5%, la riduzione dell’impatto del packaging, come ad esempio la plastica, per il 31% del campione.
Con riferimento agli interventi organizzativi e di filiera si riscontrano invece la formazione del personale (38,1%), le azioni di welfare aziendale a favore dei lavoratori (38,1%), l’ottenimento di certificazioni e di modelli ambientali e di sostenibilità per il 35,7% delle aziende, nonché il coinvolgimento dei fornitori (26,2%) e la sensibilizzazione dei clienti (23,8%) sui temi della sostenibilità.
DOMANDA
Gli ordini risultano principalmente caratterizzati da stabilità rispetto ai livelli di febbraio, seppur con differenze in base ai mercati: se per l’Italia si riscontra un bilanciamento tra le indicazioni di miglioramento e peggioramento, per l’export in caso di variazione risultano maggiormente diffuse le segnalazioni di rallentamento.
La domanda per il mercato domestico risulta in mantenimento per circa due realtà su cinque (39,6%), in aumento per il 30,2% e in diminuzione per la medesima quota (30,2%).
Gli ordinativi esteri si confermano sui livelli del mese precedente per quasi una realtà del campione su due (47,9%), crescono per il 18,8% delle aziende ma al contempo si riducono per un’impresa su tre (33,3%).
PRODUZIONE
L’indicatore associato alla produzione conferma sostanzialmente le dinamiche registrate per la domanda e risulta orientato alla stabilità rispetto ai livelli di attività del mese di febbraio.
Il mantenimento è segnalato direttamente da circa tre realtà su cinque (58%) ed è ulteriormente avvalorato dal bilanciamento tra le indicazioni delle imprese che comunicano un aumento (20%) e quelle delle aziende che evidenziano invece una diminuzione (22%).
L’esame dell’utilizzo degli impianti evidenzia un tasso del 76,1%, inferiore di circa quattro punti percentuali rispetto a quanto registrato per la precedente edizione dell’Osservatorio (80% a novembre 2022).
All’interno del campione sono riscontrabili differenze riguardo l’impiego della capacità produttiva, in particolare suddividendo le aziende in base alla dimensione: nel caso delle realtà fino a 50 occupati il tasso medio si attesta al 70,6% del totale, mentre è pari all’81,3% nel caso delle aziende di maggiori dimensioni.
Per quanto concerne invece i comparti merceologici, la situazione risulta più omogenea e rivela un impiego del 76,6% per le realtà metalmeccaniche, del 76,5% per le tessili e del 75,1% per quelle degli altri settori.
FATTURATO
Le vendite, pur risultando caratterizzate da un prevalente giudizio di stabilità, evidenziano performance differenziate tra mercato domestico e export.
Il fatturato in Italia è infatti più dinamico, con una quota di due realtà su cinque (39,6%) che segnalano sia un mantenimento rispetto a quanto ottenuto in febbraio, sia una crescita, a fronte del restante 20,8% che comunica, invece, un calo.
Le vendite oltre confine sono considerate invece stabili: per il 44,6% del campione non sono indicate variazioni rispetto al mese precedente, mentre la rimanente quota è suddivisa equamente tra realtà che segnalano aumento (27,7%) e diminuzione (27,7%).
PREVISIONI
Le imprese segnalano di non attendere particolari evoluzioni nel corso delle prossime settimane, con previsioni orientate alla stabilità per sei realtà su dieci (59,6%).
In caso di variazione, le ipotesi di crescita del business (17,3%) e quelle di decelerazione (23,1%) assumono diffusione simile, bilanciandosi.
Per quanto concerne il giudizio di visibilità sulla domanda, oltre due realtà su cinque (41,5%) rivelano di poter programmare l’attività per poche settimane, o comunque per un periodo inferiore al mese, il 37,7% indica un orizzonte di alcuni mesi e solo il 20,8% comunica un periodo che si estende oltre il trimestre.
MATERIE PRIME
Sebbene in misura meno marcata rispetto a quanto riscontrato per lo scorso anno, le imprese indicano il persistere di distorsioni legate ai prezzi e alle condizioni di approvvigionamento delle materie prime.
Per oltre una realtà su cinque (21,2%) è stato rilevato un incremento dei listini praticati dai fornitori.
Circa un’azienda su quattro (23,1%) ha invece indicato un allungamento delle tempistiche necessarie ad ottenere i materiali e le merci, mentre il 5,8% del campione ha comunicato una disponibilità di materie prime effettivamente approvvigionate inferiore al fabbisogno.
L’effetto combinato degli elementi fin qui indicati, a cui si sommano anche gli incrementi ancora presenti sui prezzi dell’energia elettrica e del gas, ha continuato a determinare criticità per le imprese: per via dei maggiori costi operativi oltre tre realtà su cinque (62,3%) hanno segnalato la contrazione dei margini di profitto, il 18,9% un ridimensionamento o un posticipo degli investimenti aziendali, il 15,1% una riorganizzazione del lavoro e/o dell’attività produttiva, il 13,2% una riduzione dell’attività aziendale.
RAPPORTI CON GLI ISTITUTI DI CREDITO E LIQUIDITA’
Per quanto riguarda i rapporti con gli Istituti di credito, nel mese di marzo le imprese hanno comunicato un quadro principalmente caratterizzato dal mantenimento delle condizioni, così come indicato in circa tre casi su quattro (74,5%).
Da segnalare però il peggioramento per il 23,5% del campione, a fronte di un miglioramento che ha riguardato il rimanente 2%.
Con riferimento al giudizio espresso riguardo la liquidità aziendale, il 52,8% delle imprese ritiene la situazione nella norma, il 37,7% si considera soddisfatto mentre per il restante 9,4% la situazione finanziaria potrebbe essere migliorata.
OCCUPAZIONE
L’orientamento alla stabilità rilevato a livello generale è riscontrabile anche dai pareri qualitativi espressi dalle imprese riguardo l’occupazione.
Per quasi nove realtà su dieci (86,8%) è indicato infatti il mantenimento degli organici rispetto ai livelli di febbraio e, in caso di variazione, la crescita è segnalata dal 9,4% del campione a fronte del 3,8% che comunica, invece, una diminuzione.
Le previsioni formulate per i prossimi mesi su questo fronte confermano il generale orientamento alla conservazione dei livelli, segnalato direttamente da tre imprese su quattro (75,5%) ma avvalorato anche dal bilanciamento tra le previsioni di aumento (13,2%) e di diminuzione (11,3%), che assumono un peso simile.
Seconda giornata di voto nel capoluogo, urne aperte fino alle 15,00 di oggi.Poi lo spoglio.Alle 23,00 di ieri, ora dell’ultimo rilevamento, la percentuale dei votanti era del 42,91%.Alla stessa ora di cinque anni fa, la percentuale dei votanti era stata pari al 57,94% (fonti Eligendo).