Nona edizione della Sagra del Cornàt, promossa dall’Associazione Giovani “Gli Sgangherati” di Frontale e anche quest’anno grandi numeri: un migliaio di partecipanti, superando di gran lunga le aspettative degli organizzatori vista anche la concomitanza con altri eventi nei comuni vicini.
Tantissimi partecipanti, qualche “problema” per la lunga attesa, ma giudizi complessivamente positivi come dimostrano alcuni commenti raccolti alla fine della cena tra i partecipanti seduti ai tavoli.
“Coda un po’ lunga, ma ottimi piatti, …la cura nella preparazione e soprattutto la bontà delle proposte ci hanno fatto dimenticare in fretta il disagio subito.”
“L’ambiente è organizzato bene, si trovano subito i posti a sedere, al fresco anche sotto il tendone… in fondo siamo in compagnia, si può anche aspettare un po’, si parla, si beve forse una birra in più nell’attesa… ma siamo contenti di essere qui.”
“Torneremo sicuramente anche il prossimo anno”
“Una bella novità, una proposta interessante e gustosa, e soprattutto è bello assaggiare cose nuove anche buone.”
Un po’ di storia
Tipico piatto povero, si faceva impastando farina con un po’ di acqua e sale, si spianava e si incideva una croce, un’abitudine religiosa che di fatto divideva la focaccia in quattro parti da consumarsi in quattro momenti diversi della giornata. Nelle famiglie più abbienti l’acqua era sostituita dal latte. L’impasto veniva cotto su una grande pietra messa in un angolo del focolare con l’accortezza di girarla diverse volte. Alla fine la focaccia era moto dura e forse il nome deriva da Còrn, corno, appunto per descriverne la durezza.
Si dice che un tempo la focaccia venisse cotta in una doppia padella che ne conteneva l’impasto e che, ermeticamente chiusa, veniva posta in senso obliquo tra due tegole di terracotta o di ardesia. Queste, prima ricoperte di brace viva e subito dopo di cenere, fungevano da forno sino a cottura, un’ora circa. (Valtellina e Valchiavenna riscoperta di una cucina- Guido Margiotta).
Dario Cossi, nel suo saggio “Monticazione e discesa dall’alpeggio a Frontale” racconta che quando gli alpigiani scendevano dagli alpeggi per ritornare nelle loro abitazioni e stalle di Sondalo preparavano un cornàt, che doveva essere distribuito in pezzi a tutte le persone che si incontravano sul percorso di ritorno con il bestiame monticato.
Coloro che scendevano dalla Val di Rezzalo, subivano un vero e proprio assalto nel piccolo abitato di Fumero, dove i ragazzini attorniavano gli alpigiani chiedendo insistentemente la loro parte di cornàt. Eh sì, perché la tradizione voleva che spettasse di diritto e ognuno potesse esigerla, per ricevere magari anche solo un semplice boccone.
Non una semplice sagra
Non una semplice sagra, ma il recupero di una tradizione, di un piatto di un tempo che ha accompagnato la giornata alimentare di tante generazioni. Una cena diversa, piatti poco conosciuti e non inflazionati valorizzando un passato alimentare generalmente dimenticato.
Una quarantina di volontari in cucina (più una decina nelle postazioni bar e cassa e distribuzione) a preparare i vari tipi di cornàt che i nonni o bisnonni hanno cucinato per anni perpetuando conoscenze e abilità che non devono essere perse, un saper fare che in questa sagra viene tramandato da madre in figlia.
Come la preparazione della Fiadärda, piatto tipico della zona di Grosio/Sondalo, curata da Sandra (sondalina di origine ma sposata a Grosio) con la figlia Silvia e l’aiuto della giovanissima nipote Sara Tre generazioni ai fornelli, mani esperte e mani acerbe che dopo aver preparato un impasto di farina bianca e di saraceno (tre quarti e un quarto), sale e formaggio a fettine, hanno formato una pastella densa e omogenea fritta poi nell’olio.
Il menu della serata prevedeva due piatti, uno dolce e uno saltato.
Nel grande piatto salato, presentato molto bene, oltre alla Fiadärda,ottimi salumi, un delicato formaggio tipo latteria, croccante insalatina (tutti prodotti rigorosamente di produzione locale) c’era naturalmente il protagonista della serata, il cornàt in padela, preparato dalle mani esperte dell’associazione Giovani “Gli Sgangherati” di Frontale.
Un gruppo di donne molto affiatate che ha iniziato il giorno prima a impostare e tarellare e ha continuato il lavoro di sabato sera davanti alla grande padella dell’olio bollente riuscendo a soddisfare tutte le richieste fino a tardissima sera.
Patate, farina e un po’ di latte quanto basta per rendere perfetto l’impasto. Ma non chiedete alle cornattere esperte quanto latte va aggiunto all’impasto perché vi risponderanno sorridendo: “dipende dal tipo di patata, sono le nostre mani che lo stabiliscono.”
Quelle mani che hanno schiacciato le patate (perché nella preparazione del cornàt le patate si schiacciano rigorosamente a mano), che hanno miscelato ed impastato i semplici ingredienti, che hanno tagliato il salamone formando delle rondelle, che le hanno schiacciate delicatamente con il mattarello, e bucherellate con una forchetta. Una leggera infarinatura e subito nella grande padella con lo l’olio bollente fino al formarsi un leggero sollevamento della pasta e un colore dorato.
Ma poi c’è l’altro piatto: quello dolce, quello particolarmente apprezzato dai bambini che dopo essersi divertiti nell’area gonfiabili ed aver affrontato il super percorso avventura organizzato dai volontari Vigili del Fuoco del Comune di Livigno, si sono avvicinati di corsa al tavolo dai genitori mostrando con orgoglio il diploma di “mini pompiere” e mangiando con gusto i vari cornàt,
Un piatto dolce che comprendeva un abbondante porzione di cornàt de la nòna (focaccia dolce preparata con farina bianca, latte, uova, zucchero, lievito, burro, sale e scorza di limone grattugiato), tre buonissimi cornàt con i pòm (farina, zucchero, uova, un pizzico sale, vanillina, scorza di limone, e una rondella di mela) preparati dal Gruppo Alpini di Sondalo. Il tutto accompagnato da crema di castagne selvatiche e composta di mirtilli dei produttori locali di “Butèga valtellina”. Non poteva mancare la birra artigianale, Birrificio Revertis, con tre diverse tipologie, altro prodotto valtellinese, perfetto abbinamento
Il revival del duo “Acqua alla spina”, di Sondrio, ha allietato la serata e sicuramente anche l’attesa di chi era in coda ancora alle 20,30 per gustare un piatto di cornàt. E così probabilmente ascoltando la canzoni di Davide Van De Sfroos, Battisti, De Andrè, Equipe84… e dei grandi cantautori internazionali, qualche residente della zona, diversamente giovane, ha ricordato alcuni momenti di quegli anni, magari mentre a colazione o a cena mangiava i cornàt.
La manifestazione è stata promossa in collaborazione con le associazioni del territorio: gruppo Alpini Sondalo, APT Sondalo, Avis Sondalo, gruppo Le Cognate, Mato Grosso Grosio
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