Un anno di lavoro, un Piano di sviluppo già definito, riorganizzazione in funzione dell’efficientamento, la produzione che cresce e una criticità, comune a tutta Italia, che, al momento, non consente di dare corso alle innovazioni previste. Ma si lavora per il domani, non per l’oggi, e quello che attualmente non è possibile realizzare lo sarà in futuro.
A un anno esatto dalla sua nomina a direttore del Presidio Ospedaliero di Sondalo, il dottor Mario Melazzini, questa mattina, ha incontrato la stampa per illustrare l’attività svolta e inquadrare il futuro, ribadendo il sostegno di Regione Lombardia e di Asst Valtellina e Alto Lario
. «Il Morelli, grazie alle modifiche del piano di organizzazione aziendale strategico, è al momento l’unico presidio Ospedaliero in Lombardia con un direttore con una propria autonomia gestionale, tecnica, organizzativa e finanziaria – ha spiegato -, e presto avrà anche un direttore medico. Regione e Asst sono al suo fianco ma dobbiamo essere realisti e agire di conseguenza. Non è stato facile riorganizzare e ottimizzare l’attività quotidiana, anche a causa di resistenze interne, ma la riorganizzazione è un passaggio fondamentale per il rilancio. L’aumento della produzione, che, comparata tra i primi nove mesi del 2022 con il 2023, evidenza un incremento passando da 25 a 27 milioni di euro, senza contare glia altri ricavi sanitari, ci dice che questa è la strada giusta, consapevoli tuttavia dei notevoli costi che comportano un notevole disavanzo».
A riprova cita la Pneumologia, che ha un nuovo direttore, la Tisiologia, elevata al rango di Struttura complessa con un proprio direttore, e la Struttura semplice di Malattie infettive, con il relativo direttore. Anticipa che l’Ortopedia potrà presto contare su un robot per la chirurgia ortopedica-robotica, che verrà ulteriormente rafforzato il polo riabilitativo con l’Unità spinale, centro di riferimento non solo regionale e attore principale al tavolo di coordinamento regionale previsto dalla legge 27/2022, che verranno attivati cinque posti letto per la cura delle gravi cerebro lesioni acquisite (cod. 75), che è prevista un’innovazione tecnologica con la palestra di digitale.
Tante idee e progetti per sviluppare l’attività del Morelli: un impegno tangibile da parte di Regione Lombardia e Asst che vale più delle voci infondate che raccontano una realtà diversa. Melazzini si è soffermato sulla questione dei posti letto: nel 2012 erano 508 quelli accreditati e 320 quelli attivati, ma erano tempi diversi. Oggi sono 459 quelli accreditati, di cui 226 attivi, principalmente a causa della carenza di personale, ma il rilancio non si valuta sui posti letto in più, che magari rimarrebbero vuoti, ma sull’attività quotidiana. Oggi al Morelli sono ricoverate 186 persone e ieri gli accessi al Pronto soccorso sono stati 40, oltre ai 25 al Punto di primo intervento di Livigno.
La carenza del personale è importante, non solo per il Morelli, ma è la criticità in questo momento, per tutta la sanità. «Non abbiamo alternative al ricorso a cooperative di medici per il servizio di Cardiologia, l’Ortopedia, il Pronto soccorso notturno, la Radiologia, l’Ostetricia e la Ginecologia, se vogliamo garantire il servizio agli utenti – ha evidenziato il dottor Melazzini -: è una situazione che vivono molti ospedali e in Valtellina scontiamo anche la difficoltà nei collegamenti. Mancano gli infermieri per rispettare i criteri minimi di accreditamento e per garantire la qualità e sicurezza nell’assistenza indicati da Regione Lombardia: se ne avessimo almeno 36 in più potremmo dare avvio ad ulteriori attività».
Oltre alla carenza di personale e alla parziale resistenza interna al cambiamento, ha individuato nella lentezza burocratica uno dei principali problemi: «Nessuno mi ha messo i bastoni tra le ruote, altrimenti l’avrei detto, ma se non siamo riusciti a realizzare quanto mi ero prefissato nei tempi previsti è a causa della lentezza burocratica. Il tempo per me non è una variabile, la differenza la fanno gli uomini». Lo sguardo al futuro non può non soffermarsi sulle Olimpiadi del 2026 e su quanto ci potranno lasciare, a fronte di quanto prevede il Comitato Olimpico Internazionale sull’organizzazione medica: un polo medico in ciascun villaggio olimpico e un presidio ospedaliero di riferimento entro 15 minuti dalle sedi di gara. Il tutto a servizio non solo degli atleti ma anche e soprattutto di ospiti e spettatori. Si dovrà intervenire per rendere più efficienti le strutture e tutto questo rimarrà per i valtellinesi. La chiusura del dottor Melazzini: «Indipendentemente da ciò che succederà, la volontà di Regione Lombardia è sempre la stessa, ovvero valorizzare la sanità di montagna, affinché i residenti abbiano la stessa risposta di chi vive nelle aree urbane, con un’organizzazione in una logica di rete. Sondalo è un nodo della rete e ora ha una sua organizzazione: come dico sempre le persone vanno e vengono ma le azioni e i fatti rimangono».