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Rigamonti chiude il 2024 in positivo e rilancia su salumi di alta gamma e filiere certificate con King’s e Principe

today5 Marzo 2025

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Foto Dr Palladi PRES. DAQ

L’ad Claudio Palladi (nella foto): “Qualità totale e filiere certificate sono i nostri asset. In cinque anni abbiamo raddoppiato la produzione, puntando su diversificazione, salumi di alta gamma, filiere certificate e 100% italiane, segmenti benessere e bio. Ma nel futuro di Rigamonti non c’è solo Bresaola. Puntiamo a far diventare Principe un marchio globale”.

Rigamonti chiude il 2024 in positivo e punta sempre di più su qualità totale, filiere certificate e italiane e salumi di alta gamma. Con oltre 256 milioni di euro di fatturato e più di 17mila tonnellate prodotte, il Gruppo leader mondiale nella produzione di Bresaola mette infatti a segno un +3,9% a valore e un +5,1% a volume sul 2023. Un risultato trainato dalla Bresaola, che assorbe il 56% dei volumi del gruppo, ma in particolar modo dalla Bresaola della Valtellina Igp, che raggiunge un +10,4% a volume. Crescono anche Prosciutto di San Daniele Dop (+9% sul 2023), Prosciutto di Parma Dop (+36%) e le specialità King’s (+9%), tra cui Val Liona (+10%).

Dopo l’acquisizione dei marchi Gran Brianza (2019), King’s e Principe (2022) e la sinergia avviata con Coldiretti per valorizzare l’“oro rosso” piemontese all’interno della Bresaola da filiera 100% italiana, il Gruppo si prepara ora ad ampliare ulteriormente lo sguardo sui prodotti Dop e Igp e punta all’export.

In questi ultimi 5 anni – dichiara l’ad Claudio Palladiabbiamo raddoppiato la produzione, puntando su diversificazione, salumi di alta gamma frutto di processi produttivi innovativi ma anche filiere certificate. In un contesto complicato, tra rialzo prezzi e difficoltà di reperimento delle materie prime, siamo riusciti a consolidare la posizione di Rigamonti come leader della Bresaola della Valtellina Igp, arrivando a coprire il 40% delle quote di mercato, circa 10 punti in più rispetto a 8 anni fa. Abbiamo acquisito e rilanciato un marchio storico come King’s, che si integrerà sempre più con Rigamonti e che continuerà a lavorare sul segmento delle specialità italiane, e di Principe, tornato leader nella produzione del Prosciutto di San Daniele Dop, con oltre 265mila cosce prodotte e l’11% del mercato. Un brand unico, quest’ultimo, che ha in prospettiva una fortissima vocazione all’export e che, in sinergia con la casa madre, puntiamo a rendere un marchio globale. Per raggiungere questi obiettivi il Gruppo Rigamonti si avvarrà dei due nuovi amministratori delegati, Amedeo Vida, ad di King’s e Dario Nucci, ad di Principe”.

CRESCONO I PRODOTTI DELLA CARTA DELLE BRESAOLE (+10%) E LA PRIMA BRESAOLA 100% ITALIANA DA FASSONA PIEMONTESE (+160%).

Diversificazione di prodotto e filiere certificate saranno sempre più gli asset per la crescita di Rigamonti. Una strada precisa intrapresa già dal 2021 con la Carta delle Bresaole, il primo vademecum per scoprire le differenti caratteristiche e sfumature di gusto delle varie bresaole, a seconda delle razze bovine utilizzate e della loro provenienza. Uno strumento che ha portato i consumatori ad apprezzare l’ampia gamma proposta da Rigamonti, che registra un +22% in 4 anni a volume e un +10% sull’anno precedente. Nel 2024 crescono in particolare Gran Fesa (+53,5%), Angus (+22,5% a volume sul 2023).

Bene anche la nuova nata, la Bresaola 100% italiana da Fassona Piemontese, che mette a segno un + 160% a volume. “La Bresaola di Fassona Piemontese – dichiara Palladi – è la punta di diamante della nostra filiera 100% italiana. Questo prodotto, realizzato con Coldiretti, prevede la tracciabilità totale della filiera con fassone piemontesi nate, allevate e macellate in Italia e al contempo favorisce un’equa valorizzazione del lavoro degli agricoltori. Considerando il contesto economico attuale, il posizionamento di fascia alta e la limitazione della materia prima siamo soddisfatti.

Nella consapevolezza che la filiera italiana rimane una nicchia. I quantitativi di carne italiana destinati alla Bresaola – chiarisce Palladi – non saranno mai in grado di soddisfare l’intero mercato. Senza la materia prima estera non esisterebbe la Bresaola. Quello che conta davvero è il percorso di qualità totale nella selezione della carne estera e nella scelta sempre più attenta di fornitori certificati, accanto alla prosecuzione del percorso di valorizzazione delle razze italiane. Una strada che Rigamonti ha intrapreso tempo fa e che intende implementare, anche in vista del futuro regolamento Ue a gennaio 2026. Scegliamo solo fornitori, macelli e allevamenti che ci diano specifiche garanzie di tracciabilità, in linea con le normative italiane ed europee. Con i nostri fornitori condividiamo impegni formali che li vincolano a dimostrare la tracciabilità degli animali. Siamo gli unici a visitare direttamente le aziende e gli allevamenti da cui importiamo la carne e le nostre filiere sono certificate dal CSQA, ente indipendente tra i più autorevoli a livello internazionale, lo stesso che certifica le più importanti Dop e Igp italiane”.

Ad oggi Rigamonti è l’unica azienda sul mercato Bresaola a visitare personalmente le fazendas in Sud America e ad attuare per la carne un controllo di filiera certificato per l’allevato pascolo e all’aperto certificato dall’ente terzo CSQA. Ed è stata, nel 2017, il primo promotore della filiera della bresaola 100% italiana certificata FDAI – Coldiretti realizzata con bovini, nati, allevati, sezionati e lavorati in Italia.

COSA È LA CARTA DELLE BRESAOLE

La “Carta delle Bresaole” è il primo vademecum dedicato ai consumatori, per scoprire il mondo della Bresaola a partire da origine, gusto e caratteristiche delle carni in base alle razze, con schede di degustazione, abbinamenti e ricette taylor made. La guida, scaricabile dal sito www.rigamontisalumificio.it, è firmata dal giornalista enogastronomico Marco Bolasco, che ha curato il panel sensoriale delle Bresaole, e dalla food designer Angela Simonelli è uno strumento che invita alla sperimentazione di un salume versatile, declinabile in numerose varianti.

Perché non esiste solo una ma tante Bresaole. Non solo la Bresaola della Valtellina IGP, particolarmente apprezzata dagli italiani per la sua magrezza e il suo sapore distintivo, e nel caso di Rigamonti realizzata per il 90% con un taglio di prima scelta: la punta d’anca di carne sudamericana. Ma anche Bresaola certificata 100% italiana 4 IT da razze nostrane (come la Fassona) con caratteristiche note speziate e pepate e da gustare in fette più spesse. Per chi cerca sapori più decisi c’è bresaola di Black Angus – da Australia, Usa o UK – più marezzata (con un pizzico di “grasso” in più) e per questo ancora più gustosa, corposa e avvolgente. Ma anche quella sudamericana di Angus, con note erbacee e lievemente speziate, perfetta in abbinamento a una marmellata di arance amare. Infine, la Gran Fesa Rigamonti da bovini di razze europee Charolaise e Limousine, equilibrata e dal finale sapido e lievemente amaro, da gustare magari accanto a miele, caprino e erba cipollina sorseggiando una birra in stile blanche.

Su tutti questi prodotti, differenti per sfumature di gusto e sapore – racconta Marco Bolasco – abbiamo realizzato un excursus completo che comprende la carta d’identità che riporta Paese di provenienza, razza e taglio, l’identikit sensoriale, aspetto, profumi, intensità, e consigli per la degustazione”. Tra questi, il fatto che la bresaola va consumata fresca, entro 24 ore, e mai direttamente da frigorifero ma a temperatura ambiente: esattamente come per il vino, la temperatura, è infatti essenziale per sprigionarne i profumi. O ancora, che il modo migliore per degustarla è – come si dice in Valtellina – provarla “santa”, vale a dire al naturale, in fette sottili ma non troppo, tra i 0,6 e gli 0,8 millimetri. Anche l’aspetto tattile è importantissimo: la Bresaola va presa con le dita e portata al naso. Solo così se ne percepiscono la texture vellutata, la morbidezza e i profumi.







Written by: Sara Baldini

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