Dopo l’autopsia effettuata ieri, la Procura ha dato il nullaosta alla sepoltura di Emilia Nobili, la donna di 75 anni accoltellata a morte lo scorso giovedì nella propria abitazione di Contrada Nobili dal marito Mohammend Rebani, reo confesso, ora in carcere a Lecco.
Il funerale si terrà venerdì alle 10 alla chiesa della Madonna del Carmine. La salma ora si trova alla Casa Funeraria Nesa di via Olanda dove le visite si possono effettuare dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18.30.
Pubblichiamo di seguito il comunicato che “le donne di Frida” riguardante la tragedia di Poggiridenti.
“Le operatrici, le volontarie e le socie del Centro Antiviolenza “Il Coraggio di Frida” sono profondamente scosse da quanto accaduto venerdì notte sul nostro territorio.
Il femminicidio di Emilia Nobili è un evento così doloroso e questa volta così vicino, che , come CAV, sentiamo la necessità di mettere parola alle emozioni e ai pensieri che in questi giorni ci stanno accompagnando.
Emilia era una donna come noi.
Ha lavorato insieme al Centro per capire come prendere le distanze dal marito, in un’ottica di protezione personale ed ha poi creduto alla voce di quello stesso uomo, che le ha chiesto aiuto.
Emilia, come molte donne, ha ascoltato l’uomo con cui ha trascorso una vita ed è questa la complessità dei maltrattamenti in famiglia. Non vogliamo leggere le solite frasi, le accuse rivolte alle donne sul perché non lascino i compagni violenti. Emilia non ha colpe, non ha responsabilità.
Chiediamoci perché l’uomo abbia scelto di porre fine alla vita di Emilia, non perché Emilia lo abbia accolto in casa.
Chiediamoci perché il sistema non abbia funzionato e diamo risposte concrete, sistemiche ed istituzionali.
La semplificazione della narrazione delle storie di violenza poco ha a che fare con la complessità della vita delle donne che attraversano questo fenomeno e, con dolore, coraggio e fatica affrontano un percorso di fuoriuscita.
Le scelte dei singoli appartengono al libero arbitrio ed all’autodeterminazione di ciascuno di noi, anche quando sembrano incomprensibili.
L’atto estremo del femminicidio è espressione di un problema strutturale e culturale, che trova radici nella disuguaglianza di genere e nella concezione delle donne come proprietà maschile.
Sentiamo oggi il bisogno di fermarci, di connetterci dolorosamente ai nostri vissuti e con quelli delle persone vicine ad Emilia. Fermarsi e stare in silenzio, oggi, ci aiuta a ritrovare il senso del nostro impegno quotidiano a fianco delle donne ed a contrasto della violenza di genere.
Crediamo fortemente che il Centro Antiviolenza, con l’intera comunità, possa portare avanti la responsabilità di diffondere cultura di parità e di uguaglianza di diritti e possibilità.
Con la rete nazionale dei Centri antiviolenza D.i.Re, alla quale Il Coraggio di Frida è associata, rinnoviamo il nostro impegno quotidiano per accogliere, sostenere e proteggere le donne che subiscono violenza.
Chiediamo con forza a chi ha responsabilità politiche, educative, sociali di fare altrettanto: con scelte concrete, risorse adeguate e coraggio.
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