La Strada Provinciale 16, all’incrocio con via Piani di Selvetta e in corrispondenza del ponte sull’Adda, è ormai diventata un nodo critico della viabilità valtellinese. A segnalarlo è un cittadino residente in zona, che denuncia una situazione insostenibile: “Da tre mesi questa via è divenuta la principale scappatoia alla congestione della SS38, causata dall’esodo estivo e dai cantieri per le due sottovie nel territorio di Forcola”.
Un problema che non sfugge a Luca Taccogna, segretario provinciale di Forza Italia Giovani, che ricostruisce il quadro. I due maxi cantieri sulla SS38, fondamentali per eliminare altrettanti passaggi a livello e garantire una viabilità più sicura sia per le auto che per i treni, hanno però comportato un inevitabile aumento di pressione sulle strade secondarie. “Come indicato anche dai principali servizi di navigazione – spiega Taccogna – chi, provenendo da Morbegno e diretto verso Sondrio, esce dal viadotto sull’Adda, viene instradato sulla SP16 attraverso il territorio comunale di Forcola, per poi raggiungere Colorina, attraversare il ponte e reimmettersi infine sulla SS38”.
Ed è proprio il ponte sull’Adda a destare le maggiori preoccupazioni. La struttura, sottoposta a un limite di portata di 20 tonnellate, viene quotidianamente percorsa da camion, bilici, bisarche e pullman. “Un flusso continuo, dal mattino alla sera, che non rispetta le prescrizioni e che mette a rischio la tenuta stessa dell’infrastruttura”, denuncia ancora Taccogna.
La questione è stata più volte segnalata alle autorità competenti e alle amministrazioni comunali interessate, ma senza esiti concreti. “Quanto dovremo attendere ancora prima che si adottino misure adeguate a mitigare il rischio? – si chiede il segretario azzurro – È davvero necessario che accada una tragedia prima che qualcuno intervenga?”.
L’allarme acquista un peso ulteriore se si guarda alle prospettive dei prossimi mesi. L’appuntamento con i Giochi Olimpici invernali 2026, infatti, porterà migliaia di persone a transitare quotidianamente sulle arterie principali e secondarie della valle. “Non possiamo permetterci di arrivare impreparati – avverte Taccogna –. La politica e le istituzioni non devono occuparsi soltanto delle nuove opere, ma garantire anche la manutenzione ordinaria e straordinaria di quelle esistenti. La sicurezza dei cittadini viene prima di ogni altra priorità”.
Il ponte sull’Adda, oggi snodo forzato del traffico, rischia così di diventare il simbolo delle contraddizioni di un territorio stretto tra grandi opere e carenze strutturali mai risolte.
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