Ambiente e Territorio

Carovana dei Ghiacciai 2025 in Lombardia: focus sul ghiacciaio del Ventina in Valmalenco

today23 Agosto 2025

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AV 2581

Termina oggi la seconda tappa della Carovana dei Ghiacciai 2025, promossa da Legambiente, CIPRA Italia e Fondazione Glaciologica Italiana, che ha attraversato la provincia di Sondrio, con un focus sul ghiacciaio del Ventina, in Valmalenco. Una tappa che ha unito ricerca scientifica e coinvolgimento territoriale, mettendo al centro i segnali d’allarme che arrivano dall’ambiente alpino.


Il ghiacciaio del Ventina: un termometro del cambiamento climatico

I dati raccolti nel corso della tappa lombarda della Carovana mostrano una situazione fortemente critica per il ghiacciaio del Ventina. Negli ultimi decenni si è registrato un arretramento frontale significativo: circa 700 metri tra il 1990 e il 2015 e ulteriori 400 metri dal 2015 a oggi, secondo le rilevazioni di SGL (Scotti e Gussoni).

Anche la superficie del ghiacciaio ha subito un forte ridimensionamento: dai 2,10 km² nel 1957 ai 1,38 km² del 2022, dati confermati dalle analisi condotte da Perona per la CGI. Questi numeri testimoniano la rapida deglaciazione in corso e la sua connessione diretta con l’innalzamento delle temperature, la riduzione delle precipitazioni nevose e l’aumento delle piogge intense in quota.


Instabilità naturale e rischio per i territori

Durante i sopralluoghi sul Ventina sono stati osservati diversi fenomeni di instabilità geomorfologica, tra cui frane, colate detritico-torrentizie e crolli di parete, uno dei quali è avvenuto proprio durante la salita degli esperti. Particolarmente a rischio risultano essere i lembi di ghiaccio morto, che rendono instabili le morene laterali e l’area frontale del ghiacciaio.

Secondo gli esperti, la combinazione tra scioglimento glaciale e precipitazioni violente sta alimentando una situazione di fragilità crescente, con ricadute potenziali sulle comunità e infrastrutture di fondovalle.


Il ruolo delle aree protette e la nuova legge sulla montagna

Accanto ai dati glaciologici, la tappa lombarda ha rappresentato un importante momento di dialogo territoriale, grazie all’incontro pubblico promosso da Legambiente Lombardia il 20 agosto a Tirano: “Dialogo sulla montagna tra cambiamento climatico, parchi e qualità del turismo”.

Un confronto tra enti locali, amministratori, associazioni e rappresentanti di parchi e istituzioni, che ha messo al centro temi come:

  • la gestione dei flussi turistici in montagna,

  • il ruolo delle aree protette,

  • la tutela dell’acqua e degli alpeggi,

  • la nuova legge sulla montagna, oggi in discussione al Senato.

Dai partecipanti è emersa la necessità di un modello di sviluppo montano sostenibile, che valorizzi la biodiversità, il patrimonio ambientale e le tipicità locali, come la piccola zootecnia.


Un grande parco alpino tra Stelvio, Bernina e Val Codera?

Legambiente ribadisce da anni la richiesta di completare il quadro delle aree protette previsto dalla legge regionale 86/83. Un’ipotesi forte, rilanciata anche durante questa tappa, è quella di una grande area protetta alpina che colleghi lo Stelvio, le Alpi Retiche del Bernina e la Val Codera: un progetto ambizioso, che potrebbe dare vita a uno dei più vasti parchi naturali alpini.

Una proposta, spiegano i promotori, che non risponde solo a una logica conservativa, ma rappresenta una vera e propria strategia climatica integrata: mitigazione, adattamento, pianificazione territoriale e rilancio delle aree interne.


Un appello per strategie climatiche condivise

Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, ha sottolineato come il cambiamento climatico sia già realtà concreta per le montagne lombarde:

“La fragilità che abbiamo osservato sul Ventina – spiega – ci impone di rafforzare le tutele e costruire una strategia climatica condivisa, che punti su mitigazione e adattamento. Serve una visione politica nuova, che metta al centro le comunità e il valore ambientale dei territori”.


Conclusioni

La seconda tappa della Carovana dei Ghiacciai 2025 in Lombardia ha offerto non solo dati allarmanti sullo stato dei ghiacciai alpini, ma anche uno spazio di confronto costruttivo, utile per ripensare il rapporto tra uomo, natura e montagna. Dalla Valmalenco arriva un messaggio chiaro: servono scelte coraggiose, pianificazione responsabile e una vera strategia per le aree alpine, oggi più che mai vulnerabili agli effetti della crisi climatica.







Scritto da: Elena Botta

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