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Gilberto Pavan a Sondrio: “Nel rugby come nella vita serve etica del lavoro”

today15 Ottobre 2025 27

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Al campo Cerri-Mari di Sondrio si è svolto uno dei primi appuntamenti formativi voluti dallo staff tecnico locale. Protagonista: Gilberto Pavan, 39 anni, assistente allenatore delle Zebre Parma e volto noto del rugby italiano.

La serata ha portato a Sondrio un tecnico di alto livello per condividere competenze e visione con atleti e allenatori locali. Pavan, cresciuto nelle giovanili della Benetton insieme al fratello gemello Riccardo, è un esempio di dedizione e costruzione graduale della carriera. Dopo gli anni da giocatore e l’esperienza da head coach a Viadana, è approdato nello staff tecnico delle Zebre sotto la guida di Massimo Brunello.

“Full immersion”, racconta sorridendo. “Papà non voleva che giocassimo, ma a 5 anni abbiamo iniziato lo stesso.” Figlio di Franco Pavan, storico dirigente Benetton, Gilberto ha respirato rugby sin da bambino. Se non fosse stato per un infortunio ai tendini d’Achille, avrebbe continuato a giocare ancora.

Il motivo della sua presenza in Valtellina è semplice: condivisione di esperienze. L’invito arriva da Antonio Zanichelli, coach del Sondrio Rugby e vecchia conoscenza dei tempi di Viadana. “È stimolante rapportarsi con altri allenatori. Questo allena il modo di allenare”, sottolinea Pavan.

Diventare allenatore non è solo tecnica, ma anche leadership. “La prima cosa è essere coerenti. I giocatori devono fidarsi di quello che dici.” Per Pavan, la sfida più grande è stata allenare ex compagni e costruire una squadra coesa: “Bisogna remare nella stessa direzione.”

Alla domanda su cosa renda un allenatore bravo, la risposta è chiara: “Evolvere. Servono certezze, ma bisogna esplorare e cambiare.” Anche l’esperienza a Sondrio è parte di questo percorso personale e professionale.

Approdato alle Zebre a settembre 2025, Pavan si è inserito in un gruppo già solido. “Brunello ha dato identità alla squadra. Per me è un’opportunità di crescita personale.”

Il rugby non è solo sport, ma educazione. “Il rugby insegna a stare al mondo: regole, rispetto, disciplina. Aiuta ad aprirsi.” Pavan sottolinea come oggi i ragazzi siano più isolati per via della tecnologia, ma il rugby può aiutarli a ritrovare socialità e spirito di squadra.

Per arrivare in alto, non esistono scorciatoie. “Ci vuole tanto lavoro e tanta disciplina. Dai 20 ai 25 anni non ho mai fatto un giorno di vacanza: ero sempre in palestra.” Una testimonianza forte che ha colpito i ragazzi presenti.

Dopo l’intervista, Pavan ha guidato un allenamento intenso sulla difesa. Il feeling con i giocatori è stato immediato e coinvolgente. A fine sessione, Zanichelli commenta: “È proprio bravo.”

L’incontro con Gilberto Pavan è solo la prima tappa di un percorso che il Sondrio Rugby vuole portare avanti per crescere confrontandosi con i migliori. Una lezione chiara e potente: nel rugby, come nella vita, servono etica, sacrificio e passione.







Scritto da: Elena Botta

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