L’85% dei ricorsi accolti: un segnale d’allarme sul rispetto dei LEA in Lombardia
Negli ultimi due anni 5.378 cittadini lombardi sono stati costretti a rivolgersi agli Sportelli Salute per vedere riconosciuti i propri diritti sanitari previsti dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Un numero che racconta una realtà scomoda: il sistema sanitario regionale, in troppi casi, non garantisce prestazioni nei tempi e nei modi stabiliti dalla legge.
I dati emergono dall’analisi condotta dal Coordinamento Lombardo Sportelli Salute, alla quale hanno aderito 55 dei 69 sportelli attivi sul territorio regionale, confermando la diffusione capillare e il ruolo sempre più centrale di questi presìdi di tutela.
Ricorsi: l’85% ha avuto esito positivo
Nel dettaglio, dei 5.378 ricorsi complessivamente gestiti:
4.583 si sono conclusi con esito positivo (85,21%);
249 sono attualmente in attesa di risposta;
546 hanno avuto esito negativo.
Un dato che parla da solo: in oltre otto casi su dieci l’intervento degli Sportelli Salute ha permesso ai cittadini di ottenere visite, cure ed esami nei tempi previsti dalla normativa vigente. Segno che il problema non è la richiesta, ma il mancato rispetto dei diritti a monte.
Sportelli Salute: da eccezione a necessità
Il Coordinamento Lombardo Sportelli Salute sottolinea come il ricorso agli sportelli non dovrebbe essere la norma, ma un’eccezione. E invece, i numeri dimostrano il contrario: migliaia di persone ogni anno sono costrette a farsi assistere da gruppi di cittadini volontari per ottenere prestazioni che dovrebbero essere garantite automaticamente dal servizio sanitario pubblico.
Una distorsione evidente del sistema, che scarica sui singoli cittadini il peso di difendere diritti già sanciti dalla legge.
Solo la punta dell’iceberg
Quelli emersi sono però dati parziali. Le oltre 5.000 persone che si sono rivolte agli Sportelli del Coordinamento rappresentano solo la punta dell’iceberg. Molti cittadini si affidano ad altri canali, mentre una parte significativa rinuncia del tutto, scoraggiata dai tempi e dalla burocrazia, oppure sceglie di pagare di tasca propria per evitare attese incompatibili con la propria salute.
Una realtà sommersa che rende ancora più evidente la portata strutturale del problema.
Il diritto alla salute non è negoziabile
Gli Sportelli Salute della Lombardia continueranno a monitorare la situazione, a supportare i cittadini e a contrastare ogni violazione del diritto alla salute, senza ostacoli né ritardi. Perché l’accesso alle cure non dovrebbe mai dipendere dalla capacità di presentare un ricorso, ma essere garantito a tutti, sempre.
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