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Artigianato alimentare: la provincia di Sondrio eccellenza lombarda tra tradizione e qualità

today19 Dicembre 2025 1

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Gualtiero Pontiggia

La provincia di Sondrio si conferma una delle realtà più rappresentative dell’artigianato alimentare lombardo, un settore che unisce tradizione, identità territoriale e valore economico. A certificarlo sono i dati dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, che fotografano un comparto centrale non solo per l’economia locale, ma anche per la coesione sociale e l’attrattività turistica della Valtellina e della Valchiavenna.

Il periodo natalizio, da sempre strategico per i consumi alimentari, evidenzia con chiarezza questo ruolo. Nel mese di dicembre, la spesa delle famiglie lombarde per prodotti alimentari e bevande raggiunge 2,9 miliardi di euro, pari a oltre il 16% del totale nazionale. All’interno di questo scenario, la provincia di Sondrio contribuisce con una spesa stimata di 52 milioni di euro, segno di un forte legame tra comunità locali, consumi di prossimità e produzioni artigiane di qualità, apprezzate anche dai numerosi turisti che scelgono il territorio valtellinese.

Dal punto di vista produttivo, l’artigianato alimentare rappresenta un pilastro dell’economia provinciale. Sul territorio operano 201 imprese artigiane nei settori dell’alimentare, delle bevande e della ristorazione, che impiegano 978 addetti. Si tratta di numeri particolarmente significativi: gli addetti del comparto costituiscono infatti il 9,6% dell’artigianato provinciale e l’1,7% degli occupati complessivi, uno dei valori più elevati in Lombardia. Un dato che conferma come, soprattutto nelle aree montane, l’artigianato del cibo sia molto più di un’attività economica: è presidio del territorio, fonte di occupazione e custode di identità.

Anche il valore economico generato è rilevante. Il fatturato stimato dell’artigianato alimentare, delle bevande e della ristorazione in provincia di Sondrio raggiunge i 226 milioni di euro, contribuendo al primato regionale della Lombardia che, con oltre 5,1 miliardi di euro, guida la classifica nazionale del settore. Un risultato costruito su filiere corte, integrazione con il turismo enogastronomico e produzioni ad alto valore aggiunto.

A rendere unico il territorio sondriese è inoltre la straordinaria concentrazione di produzioni certificate. La provincia è culla di eccellenze DOP come Bitto e Valtellina Casera, simboli della tradizione casearia d’alpeggio, e di prodotti IGP che hanno reso la Valtellina conosciuta nel mondo: Bresaola della Valtellina, Mela di Valtellina e Pizzoccheri della Valtellina. A queste si affianca un patrimonio diffuso di prodotti agroalimentari tradizionali, espressione di un “saper fare” artigiano tramandato nel tempo e profondamente legato all’ambiente montano.

Sul fronte dell’export, nonostante una lieve flessione registrata nel primo semestre 2025, il comparto alimentare e delle bevande mantiene un peso strategico sul valore aggiunto provinciale, pari al 2,76%, confermando le sue potenzialità di sviluppo sui mercati nazionali e internazionali.

«I dati dell’Osservatorio – sottolinea Gualtiero Pontiggia, presidente provinciale della Categoria Alimentari di Confartigianato Imprese Sondrio – raccontano un artigianato alimentare che continua a essere il cuore pulsante di Valtellina e Valchiavenna. Le nostre imprese custodiscono tradizioni secolari e produzioni uniche, ma affrontano anche sfide decisive, come la difficoltà di attrarre giovani lavoratori. Senza nuove generazioni rischiamo di perdere competenze, manualità e conoscenze che sono il vero valore del saper fare artigiano. È fondamentale investire nella formazione e rendere questi mestieri attrattivi, affinché i giovani vedano nell’artigianato alimentare non solo un lavoro, ma una concreta opportunità di futuro».







Scritto da: Giuliano Padroni

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