Venerdì 20 ottobre, volantinaggi diffusi davanti agli ospedali provinciali, per
garantire a tutte e tutti il diritto alla salute
Di seguito il comunicato stampa diffuso stamane.
“La sanità lombarda deve cambiare”! E’ questo l’obiettivo al centro della grande mobilitazione
lanciata dal Comitato Promotore Referendum Sanità Lombarda, che vede la presenza anche
della Cgil di Sondrio, unitamente alle sue categorie della Funzione pubblica e dello Spi pensionati,
con un’iniziativa prevista per venerdì 20 ottobre, a partire dalle 10, con un volantinaggio davanti ai
principali presidi ospedalieri provinciali – Sondrio, Sondalo, Morbegno e Chiavenna.
Un’iniziativa sul territorio organizzata in preparazione della manifestazione prevista a Milano per
sabato 21 ottobre, dalle 11 alle 13 sotto il palazzo della Regione Lombardia, che vedrà la
partecipazione, fra gli altri, di Don Luigi Ciotti. Un presidio che rappresenta per noi una tappa
fondamentale, inserita in un più ampio percorso, avviato a Roma con la manifestazione dello
scorso 24 giugno e che proseguirà incessantemente fino a quando il diritto alla cura, sancito dalla
Costituzione, sarà garantito a tutte e tutti.
Crediamo in questa battaglia, che urla all’irrinunciabile diritto alla salute, che rilanciamo con forza
con una serie di proposte riassunte in 10 punti, contenute in una piattaforma, alla cui base c’è la
richiesta di attuare immediatamente un centro di prenotazione davvero unico e pubblico per tutte
le strutture pubbliche e private accreditate, accessibile a tutti, con agende per la prenotazione
sempre aperte, dati sulle liste di attesa e bilanci resi pubblici da tutti gli enti accreditati. Inoltre, è
estremamente urgente attuare le norme esistenti che garantiscono ai cittadini prestazioni nei
tempi prescritti dai medici di medicina generale, riducendo gradualmente le prestazioni in libera
professione.
Pertanto si sta procedendo con il ricorso al Tar Lombardia contro l’illegittima bocciatura del
referendum parzialmente abrogativo della legge regionale sanitaria, che ha privato i cittadini del
diritto a esprimersi sull’ intollerabile situazione della sanità lombarda, dove liste d’attesa infinite e il
prevalere del privato sul pubblico stanno rendendo impraticabile l’accesso alle cure per le fasce
più deboli e fragili della società.
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