Da martedì scorso, 14 novembre, quando la moglie Serena Fait non vedendolo rincasare ha chiesto aiuto, non si hanno più notizie di Mario – per tutti Mariolino o Zenin – Corti, l’alpinista di 79 anni residente nella frazione sondriese di Mossini uscito nel pomeriggio per una camminata nei boschi attorno a casa senza però mai più fare rientro. Otto giorni sono passati, otto giorni nei quali il dispiegamento di forze per cercare l’uomo è stato enorme: i numeri dalla Prefettura che coordina le operazioni sono più che eloquenti. Si parla infatti di 437 persone (tra Vigili del Fuoco, CNAS e Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, Protezione Civile, Carabinieri, Croce Rossa per il supporto logistico e volontari di varie associazioni, tra cui i Ragni di Lecco dei quali Mariolino era socio dal lontano 1964), tre droni, due unità cinofile per la ricerca in superficie e l’elicottero dei Vigili del Fuoco e della Guardia di Finanza.
Battuti si può dire davvero palmo a palmo in questi giorni ben 6.000 ettari per un perimetro di 46 km.
I Vigili del Fuoco di Sondrio si sono calati anche sulle rive del torrente Mallero, all’altezza delle Cassandre, scendendo poi a valle, fino all’area del Gombaro, dove era stata posizionata una centrale mobile. In campo anche la squadra forra regionale del Cnsas Lombardo.
L’appello che la moglie di Mariolino, Serena Fait, anch’ella guida alpina e virtuosa dello sci estremo e delle scalate, ha affidato a Facebook è stato condiviso da migliaia di persone: era corredato da due foto di Mariolino, il volto in bella evidenza e l’invito, se qualcuno lo avesse visto, a chiamare il 112.
Purtroppo nessuna segnalazione: Mariolino ad oggi pare sparito nel nulla. Il noto alpinista, che da tempo soffriva di episodi di amnesia e disorientamento, forse una fase iniziale di Alzehiemer, potrebbe essersi perso durante l’uscita di martedì scorso e scivolato in una zona impervia e troppo boscosa per far individuare il suo corpo ma non si può escludere neppure l’ipotesi del gesto estremo, l’azione di chi vuole decidere fino all’ultimo della propria vita, quella vita avventurosa sconvolta dai primi segnali di una malattia il cui progredire non si può fermare.
Sono naturalmente soltanto supposizioni, perché in tanti continueranno a cercare Mariolino, il fuoriclasse del Cerro Torre in Patagonia che conquistò quasi mezzo secolo fa, il 13 gennaio 1974 insieme a Casimiro Ferrari, Daniele Chiappa e Pino Negri, aprendo quella che viene spesso definita la via di ghiaccio più bella del mondo.
Le ricerche di Mario conti proseguiranno: il piano non è dunque sospeso, ma da domani sarà rimodulato in base alle aree già più volte ispezionate e alle persone a disposizione.
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