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Premi Panathlon 2023 a Maurizio Bormolini, Mattia Mosconi, Cristian Puccio, Ivo Rocca e l’Olympic Morbegno.

today3 Maggio 2024 225 1

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premi panathlon 2024

Era il 1954 quando, per la prima volta, il neonato Panathlon Club di Sondrio decise di conferire il suo primo Premio all’alpinista Achille Compagnoni, per aver compiuto l’impresa sul K2. 

Da allora ne sono cambiate di cose: il club poco a poco è cresciuto e si è evoluto – nel ’58 con l’istituzione del premio allo studente atleta, poi nel ’66 e nel ’68 con il conferimento del premio tecnico allenatore e del Benemerito dello sport per concludere nel 2001 con il premio Fair Play, attribuito a Nicola Franceschina per non aver accettato un record del mondo perché, a suo dire, non poteva essere validato siccome la pista era leggermente più corta – ma ciò che non è mai cambiato sono i valori che, da 70 anni a questa parte, il Club festeggia scegliendo i vincitori del Premio Panathlon.

Quest’anno, a comparire nell’albo d’oro del 2023 sono Maurizio Bormolini, Mattia Mosconi, Cristian Puccio, Ivo Rocca e l’Olympic Morbegno.

“Ieri abbiamo celebrato il lavoro, oggi celebriamo lo sport – ha esordito il Presidente Luigi Azzalini – perché l’obiettivo primario, da ormai 70 anni, è promuove i suoi valori, con atleti che hanno rappresentato lo sport a tutti i livelli.”

E di livello ne sa sicuramente qualcosa Maurizio Bormolini, premio atleta 2023 e ai vertici della Coppa del Mondo di snowboard hard, lo scorso anno capace di arrivare ad un soffio dalla conquista della sfera di cristallo, che è sfuggita per soli 4 punti: “L’emozione è grande perché i risultati che sto raggiungendo sono frutto di duro lavoro e sacrifici -ha confidato lo snowboarder di Livigno, che ha voluto dedicare la sua prima vittoria nel massimo circuito -ottenuta lo scorso anno a Badgastein – ai suoi genitori “perché sono stati i primi ad avermi spronato e supportato economicamente. Senza di loro non sarei arrivato dove sono adesso.”

“Voglio ringraziare inoltre il club e tutti i presenti – ha concluso l’alpino di Livigno che ha ammesso di fare di tutto per poterci essere alle Olimpiadi di casa – dalle parole che ho sentito questo premio acquisisce ancora più valore perché spero di essere da esempio per i giovanissimi.”

Un altro esempio di sacrificio e dedizione, nonostante abbia solo 16 anni, è sicuramente Mattia Mosconi, vincitore del premio studente atleta che, per ben 6 lunghi anni, ha fatto da spola con sua madre tra Grosio e Monza per inseguire un sogno: diventare calciatore dell’Inter. Il giovane grosino, a soli 7 anni, era già stato notato per il suo piede magico dai selezionatori nerazzurri, ma “Mattia non ne voleva proprio sapere di trasferirsi – hanno ricordato i genitori, presenti al posto del figlio perché impegnato con la nazionale, con cui presto parteciperà agli Europei di Cipro – così iniziarono i periodi dei ‘pranzi in macchina’ per portarlo ogni giorno ad allenarsi: “Avevamo il permesso per ritirarlo da scuola alle 12.30 e si tornava a casa alle 22. È stata dura – hanno ammesso con emozione- ma ora siamo davvero soddisfatti”. Mattia, che ora si è davvero trasferito a Milano, da un anno è diventato professionista dell’Inter, dove gioca sia nell’under 17 che nella primavera, con una media di goal impressionanti.

Dalle giovani speranze a chi, invece, di speranza ne ha data tanta ai giovani: stiamo parlando di Ivo Rocca, Benemerito dello sport con una vita dedicata allo Sci Club Alta Valtellina, di cui è stato fondatore, allenatore ed organizzatore: “L’avventura è iniziata negli anni 70, con la costruzione della pista Viola – ha ricordato il figlio -. Lui partiva la mattina prestissimo per battere la pista con mezzi che non erano di certo quelli attuali. Era un lavoro impegnativo – ha proseguito – pensate che una notte, prima dei Campionati Italiani, aveva nevicato ben 50 cm!” Ivo, eclettico sotto tutti i punti di vista, era davvero il papà dello “Scav”: “Lui aveva un modo giocoso e gioioso di stare con i piccoli – ha invece sottolineato la figlia -suonava anche la fisarmonica per intrattenerli. Ha continuato ad allenarli fino a più di 80 anni -ora ne ha 97 – ma i bambini volevano solo lui, era un grande papà. Anche adesso vengono a trovarlo.”

Chi invece lo stava ad aspettare era la moglie, alla quale i figli hanno voluto dedicare il premio: “Il papà era tanto via, infatti la mamma stava alla finestra ad aspettare quando arrivava – ricordano -Se nostro padre è riuscito a fare quello che ha fatto è soprattutto grazie a lei”.

Una storia fatta di passione e tanti sacrifici, gli stessi che hanno consentito alle ragazze della Sondrio Sportiva, guidate da Cristian Puccio, di scrivere la storia del basket valtellinese conquistando la serie b: “Il nostro è stato un successo tutto made in Valtellina – ha esordito il premio tecnico allenatore -costruito con le nostre forze, con ragazze cresciute tutte nello stesso vivaio. Questa – ha evidenziato Puccio -è certamente la cosa più bella.”

L’allenatore ha ricordato con emozione le tappe che hanno portato al raggiungimento di un traguardo storico e senza precedenti, soprattutto inaspettato: “La nostra forza – ha ricordato l’allenatore- è stata proprio la passione e la voglia di stare insieme. Una dedica va sicuramente a tutte le ragazze e al movimento femminile – ha concluso – questo premio va condiviso con loro.”

E anche per il 2023, a chiudere la cerimonia, l’assegnazione del premio Fair Play, un riconoscimento, come ricordato dal Presidente della Commissione Premi Dalio Cesaroni, “difficile da assegnare”: a riceverlo, la formazione dell’Olympic Morbegno Under 17 che, nonostante avesse bisogno di punti per risalire la classifica del campionato regionale under 17, ha volutamente calciato un rigore fuori porta come gesto di solidarietà nei confronti degli avversari: “Per noi è stata un’azione istintiva – ha rimarcato il mister Gianluca Scisetti – io sinceramente non ci avevo nemmeno dato peso a quanto avevamo fatto – ha precisato – invece i bergamaschi hanno voluto ringraziarci pubblicamente con un post sui social raccontando l’accaduto, ed è così che siamo diventati “famosi” rimbalzando da una testata nazionale all’altra.” 

E se Scisetti ci ha ricordato che “vincere è importante, ma non è l’unica cosa che conta”, il Prefetto Bolognesi – ormai ospite fisso della cerimonia, da tre anni a questa parte, insieme a tante altre autorità tra cui il comandante dei Carabinieri di Sondrio Marco Piras, il Comandante del Nucleo PEF Sondrio, Emanuele Pucciarelli, il Presidente della Provincia di Sondrio Davide Menegola, l’assessore allo sport del Comune del capoluogo Michele Diasio e il rappresentante provinciale del CONI Ettore Castoldi – ha ricordato che “lo sport sia fondamentale per educare a diventare buoni cittadini, ci fa capire che ci sono delle regole che aiutano a costruire una società migliore, ma anche persone migliori.”

La serata si è conclusa con la consueta cena conviviale presso il ristorante 1862 dell’hotel della Posta, perché, come celebra il motto del Panathlon, “ludis iungit”, ovvero “lo sport unisce”.







Written by: Redazione

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