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REALIZZAZIONE DI ECOSISTEMI FILTRO: UN PROCESSO INNOVATIVO DELLA RISERVA NATURALE PIAN DI SPAGNA E LAGO DI MEZZOLA PER LA DEPURAZIONE NATURALE DELLE ACQUE.

today9 Febbraio 2023 133

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Sono iniziati in questi giorni i tracciamenti dei canali, operazione preliminare alla realizzazione degli interventi di fitodepurazione che interesseranno il reticolo delle Merette e del Pozzo di Riva, area localizzata al termine della Piana di Chiavenna, fra i Comuni di Samolaco e Novate Mezzola, nella ZSC Pian di Spagna e Lago di Mezzola.

L’intervento è previsto nell’ambito del WP7 del progetto Interreg GE.

RI.

KO.

MERA di cui la Riserva è partner.

Da uno specifico studio, interviene il presidente della Riserva, Roberto Vignarca, abbiamo avuto contezza che la zona del Pozzo di Riva presentava concentrazioni di nutrienti considerate preoccupanti già nel 1985, con concentrazioni di fosforo reattivo e fosforo totale.

Una situazione confermata anche da una serie di analisi condotte nel 2020 che hanno evidenziato l’elevata presenza di nutrienti nel principale immissario del Pozzo di Riva, la Meretta n. 4.

In questo immissario infatti e nei canali minori che lo compongono, vengono recapitati gli scarichi di alcuni impianti di acquacoltura e di allevamenti zootecnici, il territorio circostante ospita inoltre colture di mais e vi sono depositi di letame che forniscono apporti diffusi di natura organica alle acque della Meretta.

Analoga problematica si registra anche nella Meretta n. 5.

Nell’area del Pozzo di Riva la vegetazione naturale è quella palustre e perilacustre dei Magnocariceti e Fragmiteti.

In queste zone la vegetazione naturale e quella di derivazione antropica si contengono lo spazio e la prevalenza dell’una sull’altra dipende dall’intensità del lavoro agricolo.

Attorno al Pozzo di Riva sono presenti aree molto interessanti dal punto di vista naturalistico.

Proprio qui, compatibilmente con le pratiche agricole, è possibile osservare praticamente tutti i tipi di vegetazione legati all’elemento acqua, da quelli più prettamente acquatici a quelli semplicemente igrofili, ossia tutti i vegetali che vivono bene in ambiente sempre umido.

Nel territorio oggetto degli interventi nelle aree più vicine alla superficie lacustre sono presenti habitat di interesse comunitario: nuclei isolati di ontano, filari di salici bianchi, il frassino comune.

La Meretta 4 e la Meretta 5 sono classificate come habitat di interesse comunitario, che di norma viene colmato dalla vegetazione palustre, in particolare un habitat collocato negli specchi di acqua ferma il cui destino è quello di essere colmato soprattutto per l’avanzamento della vegetazione palustre in particolare dal canneto.

Il compito gestionale della Riserva è quello di monitorare regime e qualità delle acque per evitare una eccessiva accelerazione dei processi di proliferazione di alghe e l’immissione di acque che portano superfici agrarie soggette a fertilizzazione.

Il progetto che sarà attuato a partire dalle prossime settimane prevede la realizzazione di aree umide ed ecosistemi filtro per la rimozione degli inquinanti e il miglioramento conseguente della qualità delle acque.

Gli ecosistemi filtro svolgono una funzione ecologica importantissima poiché con essi vengono recuperate le capacità autodepurative degli ecosistemi legati alla rete idrica superficiale.

Gli ecosistemi filtro oltre a portare un miglioramento della qualità delle acque determinata da un abbattimento efficace delle sostanze inquinanti, possono ricreare ambienti e zone umide di importanza fondamentale per il sostegno della fauna legata agli habitat acquatici, in particolar modo all’avifauna.

La capacità depurativa di un ecosistema filtro si esprime sia nei canali e negli specchi di acqua libera da vegetazione emergente sia nelle zone di canneto.

Le zone ad acqua libera risultano efficaci principalmente nella rimozione della sostanza organica che si manifesta in maniera specifica nella riduzione di parametri inquinanti oltre che i solidi sospesi.

Queste zone garantiscono una maggiore areazione del refluo consentendo una maggiore rimozione dell’azoto incrementando la nitrificazione.

L’alternanza di zone ad acqua libera a zone vegetate è un fattore molto importante anche per il design di un sistema a flusso libero Le zone ad acqua libera prive di vegetazione emergente servono per facilitare molti processi naturali tra cui la rimozione di corto circuiti idraulici, la disinfezione tramite raggi UV, la riossigenazione la sedimentazione di particelle più fini, la miscelazione della colonna d’acqua e la riduzione di zone stagnanti.

La progettazione dell’ecosistema filtro avviata dalla Riserva Naturale ha tenuto conto di una serie di parametri utili con lo scopo di ottenere la maggior efficienza depurativa affiancata da un corretto inserimento ambientale che favorisse la colonizzazione dell’area da parte delle specie di animali.

Il progetto prevede una zona umida nella parte meridionale del Pozzo di Riva dove attualmente è presente un cariceto.

L’area umida sarà poi diversificata attraverso una serie di canalizzazioni e vasche che partiranno a valle della confluenza della Meretta n. 4 e n. 5.

Saranno inoltre posizionati dei massi in alveo che avranno la funzione di rifugio per la fauna ittica, utili soprattutto nei periodi di siccità o quando l’acqua ghiaccia.

L’intervento avrà anche la finalità di rivitalizzare il canneto esistente tramite lo scavo di canali nel canneto localizzato a nord dell’area di progetto.

Gli scavi per la realizzazione degli interventi interesseranno una superficie di 7800 m quadrati.

Il fondo dei canali avrà una profondità di -1.10 m rispetto alla quota dei terreni attuali.

All’interno del sistema saranno studiate 3 pozze a maggiore profondità libere da vegetazione che promuoveranno processi naturali delle aree umide come la riduzione di zone stagnanti e riossigenazione dell’acqua.

Il quadro economico complessivo dell’opera ammonta a € 75.745,92 e i lavori sono stati aggiudicati in questi giorni.

Infatti proprio per la tipologia dei lavori, occorre pianificare gli interventi preferibilmente nei mesi invernali quando il terreno ancora indurito dalle temperature rigide e talvolta giacchiato può sopportare maggiormente il peso delle strumentazioni necessarie richieste dalle fasi di lavoro.

Inoltre i mesi invernali non sono interessati dai flussi migratori dell’avifauna di passo.

E l’avifauna svernante, invece, non ha ancora iniziato il periodo della nidificazione.

La gestione di un’area come la nostra, dove tutti i processi naturali sono fortemente connessi tra loro, deve prioritariamente garantire l’esecuzione dei lavori migliorativi e funzionali al mantenimento degli habitat presenti, senza sottoporre ad alcuno stress le popolazioni animali e vegetative presenti.

È uno sforzo quotidiano per mantenere e coniugare al meglio gli standard altissimi di conservazione e mantenimento del patrimonio presente, che caratterizza la ZSC7ZPS Pian di Spagna e Lago di Mezzola, inserita anche nella Rete Natura 2000 con precise responsabilità.







Written by: Radio TSN

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