Due divergenti modelli di sviluppo turistico nel Mandamento di Sondrio e non solo e, come ci siamo sempre sentito dire fin da piccoli: “questa casa non è un albergo”.
Crescere nel turismo non significa semplicemente aumentare le presenze turistiche. Eppure è quello che si calcola da sempre. Ogni qual volta si parla di turismo, ecco il numero delle presenze come principale, se non unico, indicatore e ciò, non avviene in nessun altro ambito dell’economia, dove si conti le quantità prodotta, e non il suo valore. Per questo, fermarsi al numero delle presenze turistiche, senza valutare il loro impatto economico strategicamente, serve a poco.
Anzi, se mi permettete una analogia, questa concezione mi fa venire in mente le economie ex-sovietiche, quando i prezzi dei beni e servizi venivano stabiliti per legge contando solo le quantità prodotte. Anche se per un territorio, le presenze turistiche sono una condizione necessaria, non sono solo sufficienti per valutare le “ricchezze” del turismo che di base non sono economicamente tutte uguali. Non è una questione che riguarda solo o principalmente il reddito pro-capite, quanto del modello turistico dove ci si muove. Insomma, un modello che ciascuna destinazione adotta o si ritrova, magari semplicemente per forza d’inerzia.
Sull’impatto economico del turismo di un territorio da diversi anni, si sono “affacciati” due modelli nella ricettività di un territorio; Alberghi e affitti brevi? Modello, dove si può intravedere chiaramente come si possa delineare il futuro di una destinazione: una fondato sugli alberghi e l’altro sugli affitti brevi, cioè sull’uso turistico delle normali abitazioni residenziali.
Proviamo ad analizzare, ma senza non fare prima una digressione importante. Il turismo, nel senso stretto statistico, è una realtà relativamente piccola nell’economia generale, perché nella contabilità nazionale sono computati solo i consumi turistici diretti: alberghi, ristorazione e agenzie di viaggio, ma le sue conseguenze economiche sono più grandi perché, una volta in vacanza o in viaggio, l’ospite spende per una serie di beni e servizi molto più ampia di quella diretta, coinvolgendo ulteriormente buona parte dell’economia locale.
Questo insieme di spese però è conteggiato a parte nella contabilità nazionale, ovvero nelle rispettive categorie d’appartenenza. Gli effetti economici del turismo sono perciò più ampi e, uno dei metodi migliori per stimarlo, è il calcolo del moltiplicatore keynesiano dove, su un euro speso in un settore si crea ricchezza anche in altri settori, “costruendo” effetti positivi nella collettività. Qui vediamo la prima differenza tra chi è ospite negli alberghi e chi nelle case in affitto: nel primo caso il moltiplicatore vale 2,80, perciò per un euro speso nelle strutture ricettive crea negli altri settori una ricchezza ulteriore di 1,80; mentre nel caso degli affitti brevi il moltiplicatore si ferma mediamente a 0,84.
Il risultato più importante, e per certi versi clamoroso, è la grande differenza nella creazione di ricchezza tra le due forme di soggiorno, una volta che gli effetti moltiplicati differenti si siano dispiegati nelle economie locali. Ancor oggi, in molti territori, le presenze non registrate rappresentano mediamente il 31,6 % dei flussi turistici, ma che rappresentano solo l’11,9 % della ricchezza prodotta. Anche se questi dati sono teoricamente rappresentativi posso affermare che la differenza risulta molto più alta nei piccoli territori, soprattutto se si guarda il piano occupazionale. D’altro canto, quando l’aspetto turistico coinvolge gli alberghi, si creano e sviluppano imprese che hanno bisogno di una certa complessità organizzativa, con la logica necessità di utilizzare più figure professionali, perché offrono un ampio ventaglio di servizi e producono, di conseguenza, una maggiore occupazione e servizi. Nel secondo caso – le affittanze brevi e non professionali” alimentano soprattutto la rendita immobiliare e commercialmente non interna, non creando molta occupazione perché si tratta di una attività estremamente semplice, spesso automatizzate, in cui il fattore umano, cioè il servizio, che pur sempre è il cuore dell’ospitalità, è minimamente assente.
Ottima partecipazione al primo laboratorio di progettazione organizzato mercoledì 5 giugno nell’ambito del bando a sostegno delle certificazioni di sostenibilità per le imprese alberghiere, presentato lo scorso 27 maggio in Camera di commercio. A questo primo incontro informativo hanno preso parte 35 operatori alberghieri della provincia. Il prossimo laboratorio è previsto per il 12 giugno, sempre in modalità a distanza, a partire dalle 14.30. L’incontro è stato aperto dal Segretario […]