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Zecche: rischi, prevenzione e intervento. I consigli delle Guide Alpine 

today13 Giugno 2024 433

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Con l’arrivo della stagione estiva, il problema zecche preoccupa chiunque ami trascorrere tempo all’aria aperta. Le zecche  sono sempre più diffuse anche a quote medio-alte, e rappresentano un rischio per la salute: sono causa di infezioni e potenziale veicolo di malattie infettive. Quali comportamenti adottare e misure preventive seguire? Come intervenire in caso di puntura e quali sintomi monitorare per una tempestiva diagnosi e trattamento delle eventuali infezioni? Le Guide Alpine forniscono alcuni consigli tramite un’intervista al dott. Antonio Prestini, Dirigente Medico del Dipartimento di Prevenzione dell’APSS di Trento, nonché responsabile dell’Ambulatorio di Medicina di Montagna ed egli stesso Guida Alpina.

Dott. Prestini, le zecche sono sempre più diffuse sui sentieri di montagna. Può spiegarci brevemente perché questo rappresenta un problema per la nostra salute?
La puntura di zecca della specie Ixodes, oltre ad essere molto fastidiosa, può essere veicolo di malattie. Il problema oggi è aumentato  a causa dell’aumento delle temperature, e più in generale ai cambiamenti climatici in corso, che permettono alle zecche di essere attive per molti più mesi all’anno e a quote via via più elevate. Ormai d’estate è possibile trovare la zecca fino a quote che superano i 2000 metri e, d’altro canto nelle zone di pianura, dove per esempio si va ad arrampicare anche d’inverno, sono ormai presenti praticamente tutto l’anno. Chi va in montagna deve quindi organizzarsi per una prevenzione continuativa, cosa impensabile fino a una decina di anni fa quando era difficilissimo incontrare zecche durante l’inverno oppure sopra  i 1500 metri.
Quali sono i sintomi che indicano una puntura di zecca?
Il sintomo principale è il prurito e una sensazione di fastidio. La puntura è facilmente riconoscibile perchè nella maggior parte dei casi la zecca è ben visibile ad occhio nudo attaccata con la parte anteriore alla cute e si riconoscono le zampette che si muovono all’esterno. Nella fase iniziale tuttavia il prurito non è sempre presente e quindi se non viene estratta la zecca riesce ad inserire il rostro in profondità.
Come bisogna intervenire se ci si accorge di avere una zecca? Ci sono errori da evitare?
Bisogna intervenire prima possibile. Ispezionarsi sempre al ritorno da un’escursione, da un’arrampicata o da una camminata nei prati o nei boschi: spesso è necessario essere aiutati da un’altra persona per controllare punti difficili come la schiena. Le zecche prediligono le parti calde e quindi le pieghe del corpo, ad esempio l’incavo del ginocchio o del gomito, le ascelle, la zona inguinale, però le possiamo ritrovare un po’ ovunque. Se la persona fosse particolarmente irsuta è più difficile vederle, quindi bisogna dedicare particolare attenzione a questa operazione. L’ideale è trovare la zecca in questa prima fase, ed estrarla non appena localizzata con una pinzetta (tipo quelle utilizzate per togliere le ciglia) che deve essere preventivamente disinfettata. Non serve recarsi in Pronto Soccorso.
La zecca va afferrata per la parte che fuoriesce dalla pelle, senza fare incisioni, e in genere si riesce ad estrarla completamente tirando delicatamente ma in maniera decisa. Può capitare che qualche frammento rimanga nella cute, che viene poi espulso autonomamente dal nostro corpo. E’ bene disinfettare accuratamente la zona dopo averla estratta.
Si dice sia più facile estrarla se la addormentiamo prima con l’alcool. E’ vero?
E’ un po’ il “rimedio della nonna”. In realtà non serve, anzi spesso queste sostanze sono irritanti e provocano rossori e irritazioni che si confondono con quelli provocati dalla puntura di zecca. Sarebbe bene non applicare nessuna sostanza prima, viceversa è molto importante la disinfezione della pinzetta e poi della zona di estrazione, per evitare piccole infezioni.
Esistono metodi efficaci per prevenire le punture di zecca?
Il metodo più efficace, che i medici raccomandano sempre, è il corretto abbigliamento. Se utilizziamo  pantaloni lunghi e maglia a maniche lunghe, la zecca ha più difficoltà ad attaccarsi. Come già detto, poi è essenziale la sua precoce rimozione. Prima viene tolta e più diminuisce la possibilità di trasmettere malattie. Esistono anche degli spray repellenti, ma sono sostanzialmente gli stessi pensati per altri insetti, quindi nessuno è efficace al 100% per prevenire il morso della zecca.
Quali sono i segni di un’infezione trasmessa da zecche? 
In alcuni casi la puntura di zecca può provocare conseguenze importanti.
La malattia di Lyme è provocata dal batterio della Borrelia Burgdorferi. Succhiando il sangue degli animali infetti, la zecca raccoglie il batterio e con i morsi successivi è in grado di trasmetterlo ai nuovi ospiti. 40.000-60.000 casi/anno in Europa. In Trentino negli ultimi anni si verificano circa 40 casi all’anno, mentre in Italia negli ultimi 10 anni si registrano oltre 1250 casi.
Il periodo di incubazione varia da a 7-14 giorni (da 3 a 30)  Di solito è asintomatica oppure si può presentare con sintomi aspecifici  quali febbre, cefalea, stanchezza, dolori articolari e nel 50% dei casi compare l’ eritema cronico migrante. Dopo la puntura di una zecca dobbiamo quindi tenerci controllati per almeno un paio di settimane, facendo attenzione alla comparsa di eventuali macchie rosse, non solo nella zona di puntura ma anche in altre parti del corpo (per questo il rossore si chiama “migrante”). In questo caso è fondamentale rivolgersi al proprio medico che prescriverà una terapia antibiotica adeguata per guarire la malattia e prevenire le complicanze. Solo in rari casi la malattia di Lyme evolve in artriti ricorrenti e ingravescenti  e interessamento del sistema nervoso centrale.
Quali altre malattie possono dipendere dalla puntura di zecca?
L’encefalite da zecca, trasmessa dal virus della TBE la cui incidenza è in aumento. Negli ultimi anni in Trentino si sono verificati più di 30 casi all’anno. Nel 2022 si sono registrati 72 casi in tutta Italia.
Nel 70% dei casi circa, dopo un morso di zecca infetta da TBE, si manifesta un’infezione senza o con sintomi poco rilevanti, che può passare inosservata. Nel  30% dei casi, invece, dopo 3-28 giorni dal morso di zecca si ha una prima fase con sintomi similinfluenzali come febbre alta, mal di testa importante, mal di gola, stanchezza, dolori ai muscoli e alle articolazioni  che durano qualche giorno. Poi i disturbi passano e vi è un periodo di apparente benessere. Nel 10-20 per cento di questi casi, però,  dopo un intervallo senza disturbi di 8-20 giorni, inizia una seconda fase caratterizzata da disturbi del sistema nervoso centrale, con la comparsa dell’encefalite/meningo encefalite che si manifesta con paralisi dei nervi cranici e spinali, disturbi dell’equilibrio, tremori, confusione mentale. Nei casi più gravi si può arrivare alla paralisi flaccida ed è riportato anche qualche caso fatale.
Ricordo inoltre che in rari casi la TBE può essere trasmessa all’uomo anche attraverso l’ingestione di latte crudo o latticini non pastorizzati, per cui se ne sconsiglia il consumo.
Come viene diagnosticata?
La diagnosi di meningo/encefalite da zecca viene fatta in ambiente ospedaliero attraverso particolari esami. In pronto soccorso viene riconosciuta l’encefalite, e si cerca stabilire l’origine sottoponendo il paziente ad esami specifici del sangue e del liquido cerebrospinale per cercare il virus o anticorpi specifici. Il paziente viene poi inviato in ambiente ospedaliero specialistico.
Cosa si può fare contro l’encefalite?
Contro l’encefalite da zecca esiste da anni un vaccino specifico che prevede una schedula in tre dosi (tempo 0- 1 mese- 5 mesi) ed è previsto un primo richiamo dopo 3 anni. E’ un vaccino preventivo: va fatto prima di essere morsicati dalla zecca. In Trentino dal 2018 la Giunta Provinciale ha deciso di offrirlo gratuitamente a tutta la popolazione ed è stata avviata un’ampia campagna informativa e di sensibilizzazione. La prenotazione avviene tramite  CUP e la vaccinazione viene eseguita presso i Servizi di Igiene Pubblica Territoriali della provincia. La vaccinazione è disponibile a pagamento anche per cittadini non residenti in Trentino. E’ bene comunque che ognuno si informi presso la ASL della propria regione sulle modalità di erogazione della vaccinazione.
Quali risorse consiglia a chi vuole informarsi ulteriormente su questo argomento?
C’è una pagina sul sito dell’Istituto Superiore della Sanità e si trovano diverse informazioni sui siti delle ASST e delle ASL. Sono informazioni utili e opuscoli informativi che consiglio vivamente di leggere.







Written by: Radio TSN

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