Fulmine a ciel sereno nel processo
sul traffico illecito di rifiuti a
Livigno diretta dalla Direzione distrettuale antimafia di
Milano. Per un errore procedurale i giudici del Tribunale di Sondrio hanno dichiarato inutilizzabili tutte le prove prodotte dopo i primi
sei mesi di indagine, in particolare le numerose intercettazioni
telefoniche e ambientali che costituivano gran parte delle
fondamenta su cui poggiavano le accuse di corruzione,
concussione e peculato nei confronti del principale imputato,
l’ex comandante della Polizia Locale della località turistica
della Valtellina, Cristoforo Domiziano Franzini, e di alcuni dei
commercianti a processo.
L’accusa, rappresentata in aula dal pm della Dda milanese
Francesco De Tommasi, non potrà utilizzare le intercettazioni,
che riguardano, per lo più, conversazioni tra l’ex comandante
della Locale e alcuni degli esercenti imputati, da cui avrebbe
ricevuto pranzi e generi alimentari in cambio di favori. Il
motivo è un ritardo nella richiesta di proroga delle indagini da
parte della Procura distrettuale di Milano. Tutto
invariato, invece, per quanto concerne l’accusa di traffico
illecito di rifiuti.
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