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UNA SQUADRA CHE SI STA PREPARANDO A UN’IMPRESA STRAORDINARIA: FIDUCIA ED ENTUSIASMO IN VISTA DELLE OLIMPIADI DI MILANO CORTINA 2026

today31 Ottobre 2024 90

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«La legacy olimpica non è solo infrastrutture strategiche per il futuro di Bormio, ma anche e soprattutto capitale umano ricco di esperienza e competenze». Così, in apertura dell’incontro “Gli sport manager si raccontano”, che si è svolto nel tardo pomeriggio di ieri, nella Sala congressi della Banca Popolare di Sondrio, a Bormio, si è espresso il sindaco Silvia Cavazzi. Un’introduzione anticipata dal minuto di silenzio per ricordare Matilde Lorenzi, la sfortunata discesista morta a seguito di una caduta, voluto dal moderatore Andrea Monti, direttore della comunicazione di Fondazione Milano Cortina. Nelle parole di Monti, le tre “p” originarie, a riassumere l’impresa olimpica e degli atleti, professionalità, passione, pazienza, si arricchiscono di preparazione, su suggerimento del sindaco Cavazzi, per diventare quattro. E proprio di preparazione, a 464 giorni dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi Milano Cortina 2026, si è parlato nell’incontro organizzato da Fondazione Bormio con il supporto di Fondazione Milano Cortina. Tante voci, sapientemente dirette da Monti, a presentare il tema conduttore. Al tavolo Omar Galli per lo sci alpino, Davide Canclini per lo sci alpinismo e Michele Antonioli per lo short track, tutti sport manager nelle singole discipline, al lavoro tra Bormio, i primi due, e Milano, il terzo, per mettere gli atleti nelle condizioni migliori per esprimere il loro talento. Con loro Stefano Anzi, discesista della Nazionale alle Olimpiadi di Sapporo, nel 1972, e Sergio Schena, componente del Consiglio di amministrazione di Fondazione Milano Cortina.

«L’organizzazione dell’evento olimpico – ha detto Monti in apertura – richiede preparazione e grande concentrazione, vive di momenti di sconforto ma anche di grande esaltazione ed è proprio quest’ultima a non farmi dormire la notte, l’entusiasmo per quello che avverrà». Una corsa che necessita tuttora di uno straordinario impegno, come ha evidenziato Schena, ma il traguardo si comincia a intravedere. «Si respira un clima di fiducia – ha aggiunto -. Una grande spinta ci viene dall’enorme successo di pubblico riscosso dalle Olimpiadi di Parigi: anche per Milano Cortina ci attendiamo una forte richiesta di biglietti per assistere alle gare». Monti ha esortato Bormio e la Valtellina a “tirar fuori tutta la bellezza e l’energia di questo territorio” da mostrare ai due miliardi di spettatori in tutto il mondo e attraverso i 3,5 miliardi di interazioni sui social che svilupperanno.

Garantire la sicurezza innanzitutto e insieme offrire le opportunità per esprimersi ai più alti livelli per gare spettacolari e avvincenti: questi sono i compiti degli sport manager. Galli ha anticipato l’intenzione di movimentare il tratto finale della pista Stelvio, ma solo per le specialità tecniche, mentre per la discesa le difficoltà per gli atleti sono già sufficienti. Anzi ha ricordato che il fratello Aldo e il compianto Oreste Peccedi, un discesista e uno slalomista, hanno disegnato la Stelvio, contrattando su ogni singola curva e rendendola la pista straordinaria che tutti conosciamo, come e più della Streif di Kitzbühel. Lo sci alpinismo all’esordio olimpico era l’oggetto del desiderio di tutte le venue ma sarà Bormio a battezzarlo con due prove veloci, la sprint e il mix relay, della durata di una manciata di minuti, come ha illustrato Canclini. L’ex nazionale azzurro Antonioli, due Olimpiadi e una medaglia, lavora a Milano dove, al Forum di Assago, verrà allestita la pista per le gare di pattinaggio. L’attenzione è sugli atleti e alcuni di quelli che sognano di partecipare alle Olimpiadi ieri erano seduti in prima fila, come Roberta Melesi e Tommaso Sala, impegnati nella Coppa del mondo di sci alpino, Katia Mascherona, che per le sue qualità nelle prove veloci dello skialp aspira a qualcosa in più della semplice presenza, così come Martina Valcepina, che l’emozione di mettersi al collo una medaglia olimpica, tre per la precisione, l’ha già provata. Pietro Marinelli guarda alle Olimpiadi in casa con il desiderio di veder aumentare i palazzi del ghiaccio e il numero di ragazzi che si avvicinano allo short track.

Dall’apertura del sindaco Cavazzi alle conclusioni di Monti, la legacy è tornata nelle considerazioni dei presenti. Qual è l’eredità che uno sforzo olimpico lascia a una località, qual è l’aspettativa del territorio? Tanta roba. A cominciare da uno Ski Stadium che manca a Kitzbühel e che Bormio avrà, tanto per non fare paragoni. «Per la fortuna di essere capitati ora, in un’edizione delle Olimpiadi attenta come mai in passato alla legacy», ha evidenziato Schena. Un orgoglio ma anche una responsabilità a realizzare tutto e bene per vincere la sfida olimpica.

Nella stessa sala, i presenti all’incontro pubblico hanno potuto ammirare le quaranta immagini che raccontano storie sportive di inclusione, impegno, resilienza, divertimento, amicizia, riunite nella mostra itinerante “Tutti i colori dell’azzurro”, inaugurata martedì scorso, che si potrà visitare fino al 3 novembre, con apertura dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 16 alle ore 19. Un’iniziativa del Comune di Bormio, con la collaborazione dell’Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia, nell’ambito dell’Olimpiade Culturale promossa da Fondazione Milano Cortina: un programma multidisciplinare, plurale e diffuso per promuovere i valori olimpici e paralimpici attraverso la storia, l’arte e la cultura sotto la bandiera dello sport.







Written by: Elena Botta

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