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L’ordine degli Ingegneri cambia “casa”

today14 Aprile 2025 48

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Da sx Erba Rota Mandelli 1

Nuovi iscritti, nuova sede e il sistema alla base della più importante rivoluzione digitale delsettore dell’edilizia. Assemblea annuale all’insegna delle novità quella dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Sondrio presieduto dall’ingegner Felice Mandelli che si è svolta mercoledì 9 aprile alla sala “Succetti” di Confartigianato Imprese Sondrio.
Dopo la relazione del neo-tesoriere, ing. Mauro Orlandi, approvati all’unanimità sia il consuntivo 2024, sia il bilancio preventivo 2025. Nell’occasione, è stato confermato il trasloco della sede da via delle Pergole alla Camera di Commercio di via Piazzi dal prossimo 1° luglio. «Senz’altro una sistemazione di maggior prestigio per l’Ordine – ha sottolineato il presidente – una scelta nel contesto di valorizzare le sinergie tra il mondo delle professioni e quello delle imprese oltre che più agevole in quanto priva di barriere architettoniche».

IL BENVENUTO AI NUOVI ISCRITTI
Al termine dell’assemblea, l’accoglienza dei colleghi ai nuovi iscritti del 2025, con la consegna dei timbri. Presenti alla breve cerimonia di presentazione Beatrice Peruviani (ingegneria civile), Andrea Abbate (ingegneria ambientale), Fabiano Canclini (ingegneria edile) e Angelo Falci (ingegneria informatica). Tra i neoiscritti anche Matteo Abbate, Igor Bruni, Alessandro Flematti e Alberto Meloni.

“BIM”, LA RIVOLUZIONE DIGITALE DEL PROGETTO
Il pomeriggio era iniziato con il tanto importante, quanto complesso, seminario “BIM – Building Information Modeling. Procedure e contratti per Professionisti e Stazioni appaltanti” tenuto dall’avvocato cassazionista Angelo Rota, che – oltre a una consolidata esperienza nel settore del diritto amministrativo e civile – da anni si occupa delle tematiche giuridiche connesse all’applicazione, negli appalti pubblici e privati, della gestione informativa digitale delle costruzioni Building Information Modeling (BIM), tematica approfondita anche nell’ambito di pubblicazioni, attività di docenza e consulenza.
Il BIM, dal 1° gennaio 2025 obbligatorio per interventi per importo a base di gara superiore a un milione di euro, indica il sistema informativo digitale della costruzione composto dal modello 3D integrato con i dati fisici, prestazionali e funzionali dell’edificio.
Il vero “potere” del BIM è racchiuso nella possibilità di generare un modello informativo dinamico, interdisciplinare e condiviso che contiene le informazioni sull’intero ciclo di vita dell’opera, dal progetto alla costruzione, fino alla sua demolizione e dismissione.
In sostanza, ha spiegato l’avvocato Rota, «bisogna ragionare pensando che esiste sì l’opera fisica, ma esiste anche l’opera digitale». Con la tecnologia BIM, l’edificio viene “costruito” prima della sua realizzazione fisica attraverso un modello virtuale e la collaborazione di tutti gli attori coinvolti nel progetto: ciò permette di ottenere flussi di lavoro ottimizzati e risultati finali migliori che aumentano la soddisfazione del cliente e aiutano le aziende AEC (Architecture – Engineering – Construction) a posizionarsi più facilmente come leader del settore.
Ciò che caratterizza un modello BIM è il fatto che ciascun oggetto dell’edificio è collegato a numerose informazioni e avere accesso a tutti questi dati permette di progettare opere con requisiti prestazionali ad alta efficienza e di ridurre al minimo gli sprechi e il consumo di materiale.
Ma c’è di più. La possibilità offerta dalla metodologia BIM di lavorare su un unico modello – il modello informativo di progetto – dove interagiscono le diverse discipline, permette di ridurre errori e rilavorazione per gestire al meglio il progetto. Vi sono, inoltre, vantaggi in termini di efficienza operativa, perché con il modello BIM multidisciplinare e condiviso si migliora la collaborazione, si ottimizza la condivisione dei dati e si riducono notevolmente i tempi di progettazione.
Un altro aspetto di questa procedura riguarda le figure professionali che sempre più si andranno a definire anche all’interno dello stesso studio, ovvero il Bim manager, soggetto gestore di ambiente di condivisione dei dati, il Bim coordinator, sorta di project manager che opera a livello di commessa, e il Bim specialist, cioè chi “crea” la modellazione attraverso il capitolato informativo che, appunto, indica come deve essere fatto il modello, i desiderata
del committente. «Una volta creato il modello, questo poi evolve attraverso una serie di step, va in lavorazione, poi passa in condivisione, se approvato viene pubblicato e, infine, concluso e archiviato e ogni passaggio viene tracciato, aspetto che rappresenta un valore aggiunto per
mettere ordine nella commessa – ha fatto notare l’avvocato Rota –. Il cerchio dalla progettazione si chiude con il collaudo e anche il modello finale è oggetto di verifica di conformità. Il modello BIM alla fine diventerà ‘il’ progetto».
Diverse le questioni poste dai professionisti all’esperto, che ha dovuto riconoscere come in questa fase iniziale l’avvento del BIM rappresenti senz’altro, per molti, una complicazione. «Siamo in un momento di grande passaggio – ha ammesso l’ingegner Carlo Erba, responsabile per la formazione dell’Ordine –: ci stiamo accorgendo che ancora non parliamo tutti, tra pubbliche amministrazioni e studi privati, la stessa lingua».
Il presidente Mandelli ha osservato come la parte ingegneristica non debba essere sminuita rispetto al processo di digitalizzazione delle progettazioni con il BIM ». Un’osservazione condivisibile, seppure sia ormai chiaro come anche la transizione dal CAD al BIM in fatto di progettazione sia ormai imprescindibile, al pari di simili “salti tecnologici” che hanno già rivoluzionato altri ambiti.







Scritto da: Elena Botta

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