Frontalieri spremuti come limoni e traditi dalla politica. È la denuncia lanciata da Jonny Crosio, referente valtellinese di Patto per il Nord, che accende i riflettori sulla nuova tassazione Irpef introdotta per i lavoratori frontalieri assunti dopo il 17 luglio 2023, duramente colpiti dal recente accordo fiscale tra Italia e Svizzera.
Con l’arrivo delle prime dichiarazioni dei redditi 2024, migliaia di frontalieri delle province lombarde di confine si sono trovati a fare i conti con un vero e proprio salasso fiscale: la nuova normativa prevede una tassazione “concorrente” che impone il pagamento delle imposte in Italia, al netto di quanto già versato in Svizzera, sui redditi oltre i 10.000 euro annui.
Una stangata per i nuovi frontalieri: fino a 13mila euro di tasse
Crosio denuncia con numeri concreti: una lavoratrice con 48.000 franchi di reddito lordo e già tassata in Ticino per 2.500 franchi, dovrà ora versare oltre 13.000 euro all’Erario italiano, suddivisi tra 2025 e 2026. Una situazione insostenibile per chi ogni giorno attraversa il confine per lavorare.
Ma non è tutto: l’accordo fiscale consente ora allo Stato italiano di accedere ai dati dei salari dei frontalieri, precedentemente protetti, aumentando la pressione fiscale e il controllo sui redditi.
Crosio: “Responsabilità politiche evidenti. Frontalieri traditi da PD, Lega e M5S”
Secondo Crosio, le responsabilità sono chiare: a partire dal Partito Democratico guidato da Matteo Renzi, che nel 2015 ha avviato la modifica dell’accordo bilaterale, fino alla Lega e al Movimento 5 Stelle, che hanno appoggiato la riforma nel corso delle legislature successive.
«La Lega ha tradito i frontalieri», afferma Crosio, che da tempo ha preso le distanze da Matteo Salvini proprio per le contraddizioni del partito su questo tema. «Avevamo previsto tutto: i frontalieri sono stati trasformati in limoni da spremere, e ora ne pagano le conseguenze».
Critiche anche ai sindacati: “Poco incisivi nella difesa dei lavoratori”
Non manca una stoccata anche ai sindacati, in particolare alla CGIL, accusata di scarsa opposizione al nuovo accordo. «All’inizio hanno sostenuto la riforma, poi hanno fatto qualche marcia indietro, ma senza mai contrastarla con forza», afferma Crosio.
Prossima sfida: bloccare la tassa sulla salute
Nel mirino ora c’è la tassa per la sanità lombarda prevista dalla Legge di Bilancio 2024, ma finora non applicata. Il prossimo 22 luglio, la Regione Lombardia incontrerà i sindacati per discuterne. Patto per il Nord annuncia già battaglia: «Siamo fermamente contrari a questo ulteriore balzello – conclude Crosio – e ci opporremo con ogni mezzo per difendere i diritti dei lavoratori frontalieri».
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