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Dopo l’annuncio dell’applicazione del contributo del 3% sulla busta paga netta dei frontalieri per finanziare il servizio sanitario lombardo, scoppia la polemica. Jonny Crosio, referente provinciale di Patto per il Nord, attacca duramente la Lega, definendo la misura «inutile e dannosa».
«Pensare di arginare la carenza di medici e infermieri con una “tassa sulla salute” è come tentare di svuotare il mare con un cucchiaino. È una misura inefficace, figlia di una politica distante dalla realtà», dichiara Crosio.
Il contributo sanitario del 3% per i lavoratori frontalieri, introdotto da una legge del 2023 e ora attuato da Regione Lombardia, dovrebbe servire ad aumentare gli stipendi dei medici e infermieri nei presìdi sanitari di confine. Tuttavia, la proposta ha sollevato forti perplessità da parte dei sindacati, che chiedono che la misura diventi volontaria e promettono ricorsi legali. Anche il sindacato cattolico ticinese l’ha definita una «misura iniqua».
Secondo le prime stime, il contributo potrebbe portare nelle casse regionali fino a 100 milioni di euro nel 2025, destinati però a diminuire con il progressivo calo dei frontalieri “storici”.
Crosio rilancia:
«Invece di tassare i frontalieri, la Regione rinunci ai 13 miliardi previsti per il Ponte sullo Stretto di Messina e li investa per rafforzare davvero la sanità lombarda e nazionale. Questa sì che sarebbe una scelta utile e concreta».
Per far fronte alla carenza di personale sanitario, Patto per il Nord propone un’alternativa a lungo termine: l’istituzione di un prestito d’onore per studenti di Medicina, da restituire dopo dieci anni senza interessi, con l’obbligo di prestare servizio per almeno cinque anni nel servizio sanitario pubblico.
«Non è una soluzione immediata – conclude Crosio – ma una strategia di prospettiva per ridare dignità e futuro alla sanità pubblica italiana».
Scritto da: Giuliano Padroni