Ambiente e Territorio

Cedrasco, vandalizzato il campo sperimentale europeo di abete e faggio: due anni di ricerca distrutti

today18 Ottobre 2025 336

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Uno studio andato in fumo, l’impegno dei ricercatori vanificato, due anni di rilevamenti buttati: sono le conseguenze dell’insulso gesto compiuto da ignoti che, nei giorni scorsi, hanno distrutto uno dei campi sperimentali allestiti dal Parco delle Orobie Valtellinesi, a Cedrasco, nell’ambito del progetto di ricerca partecipativo promosso dalla Commissione Europea dal titolo My Garden of Trees.

Situato in una radura nel bosco, di proprietà comunale, lontano da sentieri e strade, il sito ospitava oltre duemila piantine di abete bianco e altrettante di faggio, monitorate ogni settimana con rilievi fotografici per seguirne la crescita. Si tratta di uno studio quinquennale, con oltre 120 osservazioni per ciascuna piantina, finalizzato a valutare la capacità di crescita e rinnovazione delle due specie, in un progetto che coinvolge oltre 300 siti in tutta Europa. Il Parco è uno dei 16 siti italiani e l’unico, insieme al Parco Adamello Brenta, nella regione alpina. Le osservazioni ottenute da questi giardini sperimentali sono fondamentali per sviluppare modelli di previsione utili a creare foreste capaci di adattarsi meglio ai cambiamenti climatici.

Il gesto vandalico

Le piante, alte pochi centimetri e destinate a essere rimosse al termine della sperimentazione, sono state strappate o divelte. Un atto vandalico fine a sé stesso, inspiegabile nella sua stupidità. Il Parco ha sporto denuncia contro ignoti per danneggiamento. Intanto si lavora per recuperare e ripristinare le piantine ancora utilizzabili.

«Ci piacerebbe pensare che si tratti di una forma ragionata di ribellione contro la ricerca scientifica e gli studi sull’adattamento della vegetazione ai cambiamenti climatici – commenta il presidente Marco Ioli –, ma probabilmente gli autori del gesto non sapevano nemmeno cosa stavano distruggendo. Immaginiamo non abbiano perso tempo a leggere i cartelli esplicativi. Spiace molto perché qualsiasi gesto gratuito che provoca danni all’ambiente è un oltraggio alla comunità».

Le conseguenze per la ricerca

Il direttore Massimo Merati riflette sulle conseguenze per il progetto: «Due anni di ricerca e molte ore di lavoro sono stati azzerati in pochi minuti, ed è un peccato. Adesso dovremo spiegare ai colleghi di mezza Europa che la sperimentazione avrà soltanto dati parziali per le Alpi centrali italiane».

Un danno d’immagine per il territorio, che non merita di essere ricordato per un episodio negativo causato dalla stupidità di pochi.

La reazione del Comune

Dell’accaduto è stato prontamente informato il sindaco di Cedrasco Nello Oberti, che non nasconde l’indignazione: «Sono molto arrabbiato per quanto accaduto e non riesco a spiegarmene il motivo. Conosco bene la sperimentazione in corso per avere approvato la partecipazione al progetto due anni fa, quando ero consigliere del Parco: sono iniziative importanti per l’ambiente, utili a chi lo vive, quindi a tutti noi».

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Scritto da: Elena Botta

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