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A DIECI ANNI DALLA MORTE DI MONSIGNOR FELICE RAINOLDI: IL 25 NOVEMBRE, IN SEMINARIO A COMO, ALLE 21.00, LA VEGLIA DI PREGHIERA “APOCALISSE” ALLA PRESENZA DEL VESCOVO, CARDINALE OSCAR CANTONI

today23 Novembre 2025 26

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Nel decimo anniversario della sua nascita al Cielo (31 dicembre 2015), la Diocesi fa memoria di monsignor Felice Rainoldi in una Veglia di preghiera in programma alle ore 21.00 del prossimo martedì 25 novembre, nella chiesa del Seminario Vescovile di via Baserga 81, a Como. Sarà presente il Vescovo, cardinale Oscar Cantoni.

Il tema è “Apocalisse”, una veglia di preghiera pensata proprio da monsignor Rainoldi come invito alla consolazione e alla speranza. «Don Felice – ricordano dal Seminario Vescovile – fu Maestro di cappella della nostra Cattedrale, fine liturgista e compositore, prete dal cuore commosso e appassionato da Cristo. La liturgia della Veglia sarà dinamica e partecipativa, pensata per coinvolgere ministri e lettori, coro ed assemblea».

Nello spiegare l’intuizione per questa Veglia sull’Apocalisse, don Felice lasciò un appunto di grande attualità ancora oggi: «La speranza di un avvenire di pace per noi stessi e per il mondo non è radicata esclusivamente sulle forze dell’uomo, ma sulla potenza del Dio che salva. Il mondo nuovo, che noi tanto desideriamo e per il quale siamo disposti a consumare le nostre energie, è realizzabile, nonostante le forze avverse, per la potenza di Cristo risorto. I germi di primavera del mondo nuovo si trovano in tutto il bene che esiste. Tocca a noi, ci ricorda il libro dell’Apocalisse, guardarci intorno per scoprire gli inizi del bene che Dio sta attuando. Nella Chiesa e nell’umanità c’è nascosta una riserva all’infinito di generosità e di amore».

«Tutti sono invitati a questo momento di preghiera nel ricordo di monsignor Rainoldi – dicono ancora dal Seminario – con un pensiero particolare a giovani e adolescenti».

Per i più lontani o per chi fosse impossibilitato a partecipare di persona, la Veglia sarà trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube de “Il Settimanale della diocesi di Como” (a questo link: https://www.youtube.com/live/SqDVSu3ubyE?si=UPdcrTw9jd6gQz1c ).

QUALCHE NOTA BIOGRAFICA.

Il 31 dicembre 2015 tornava alla Casa del Padre monsignor Felice Rainoldi. Aveva compiuto 80 anni l’11 giugno precedente. Nativo di Chiuro, ha dedicato l’intera esistenza al ministero pastorale nelle parrocchie affidate alla sua cura, alla musica sacra, alla liturgia, all’approfondimento dei tesori di arte e cultura di cui è disseminata la Diocesi. Sabato 2 gennaio 2016 le esequie furono celebrate nella Collegiata di San Giovanni in Morbegno, presiedute dall’allora vescovo monsignor Diego Coletti e dal Vescovo Oscar Cantoni, all’epoca Pastore della Chiesa di Crema. Don Felice, da allora, riposa nel cimitero della sua Chiuro.

Monsignor Rainoldi è stato parroco, musicologo, liturgista, musicista, compositore e direttore di coro, docente, ricercatore, e attivo propulsore della riforma conciliare in campo liturgico-musicale. Fu allievo di don Luigi Agustoni, del M° Luigi Picchi e del Pontificio Istituto di Musica sacra di Milano. È autore di numerosi testi di analisi e commento dei principali aspetti del canto e della musica nella celebrazione, rinnovata dal Vaticano II. La sua opera più impegnativa, considerata dagli esperti un gioiello della storiografia musicale italiana, rimane il libro dedicato alla storia della musica sacra: Traditio canendi. Appunti per una storia dei riti cristiani cantati (Roma, 2000).

Il testamento spirituale lasciato da monsignor Rainoldi è una declinazione degli Inni della Chiesa (Benedictus, Magnificat, Miserere, Te deum, Nunc Dimittis) nella sua vita. «Grazie per il dono della fede, per la chiamata a servirti nella Chiesa, per i doni seminati dal tuo Santo Spirito nei solchi della mia vita», scriveva il sacerdote. Poi il pensiero grato per tutte le volte che si è sentito perdonato, per tutte le persone incontrate nel suo cammino, per il compito che gli era stato affidato dell’insegnamento e degli incarichi pastorali. «Un grazie a tutti coloro che mi hanno amato, un grazie per tutte le preghiere e le cure che ho ricevute»: questa la chiosa del testo.

Immagine: new.psalite.net







Scritto da: Giuliano Padroni

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