Giulio, Giulio e ancora Giulio: tre volte Molinari sul tetto di Icon, la gara di triathlon più dura e spettacolare al Mondo. Il campione, ormai da anni uno dei volti più riconoscibili del Livigno Team, si è imposto con il tempo di 13 ore, 11 minuti e 56 secondi, andando così a completare una straordinaria tripletta, e aggiungendo questa gemma preziosa alle vittorie del 2019 e del 2021. Tre veri e propri gioielli, da incastonare sulla corona dell’imperatore Giulio III, che tra i sentieri, le acque e i passi che circondano il Piccolo Tibet può davvero dire di sentirsi a casa. Sbriciolata la resistenza dei due olandesi, Pranger Annewillem e Verholt Oskar, autori di ottime prove, rispettivamente secondo e terzo al traguardo.
Un’avventura lunga un giorno, capace di mettere l’uomo a diretto contatto con i propri limiti fisici e mentali, restituendo così agli spettatori la potenza narrativa di una storia da tramandare. Una storia che trascende il racconto dei soli vincitori e che celebra invece la resilienza e la capacità di soffrire di ognuno dei partecipanti, dal primo all’ultimo, premiandone la volontà di affrontare l’ignoto in tutta la sua forza. Un’esperienza collettiva che aiuta a mettere in prospettiva il valore di questa gara e della fatica di tutti coloro che hanno saputo portarla a termine, come espresso anche dalle parole dello stesso Molinari: “Penso che la rampa finale sia il perfetto riassunto di questo percorso, con tutta la sua durezza ed epicità. È stata una delle edizioni più difficili da quando partecipo ad ICON: e l’applauso va a tutti i finisher, perché arrivare in fondo, oggi, era davvero un’impresa”. Finisher che sono stati soltanto 94 sui 260 atleti iscritti alla gara, a testimonianza delle parole del vincitore. Tra di loro, anche Mateo Bormolini, livignasco DOC: un ulteriore motivo di orgoglio per gli abitanti del Piccolo Tibet.
Per Molinari, una gara condotta dal primo all’ultimo metro e resa davvero indimenticabile dalla generosità di una natura cruda e incontaminata che, in questo 2023, ha voluto superarsi, offrendo a tutti i partecipanti sia una sfida ai limiti dell’umano che una cornice da sogno. A partire, proprio, dalla prima frazione, quella a nuoto, dove le temperature rigidissime, con l’acqua sotto i 13 gradi, ben più fredda che in passato, ha obbligato gli atleti ad uno sforzo senza precedenti. Una durezza, però, bilanciata da un palcoscenico mozzafiato, come ricordato dallo stesso Molinari al traguardo: “La frazione a nuoto è la più spettacolare della gara, senti proprio la forza della natura che ti batte dentro, che ti stringe. Oggi abbiamo avuto la fortuna di nuotare sotto una splendida luna, è stata la ciliegina sulla torta. D’altra parte, è stata una frazione molto impegnativa, anche a causa della temperatura dell’acqua: la più fredda da quando partecipo. Come descriverla? Un’alba indimenticabile.”
Emozioni condivise dalla svizzera Nina Zoller, vincitrice della gara femminile e 17esima in classifica generale, che ha preceduto all’arrivo l’americana Marni Sumbal e l’ucraina Anastasiia Romanets, per un podio di caratura internazionale. Anche per Nina, questo trionfo, ha il sapore di un graditissimo déjà vu, dopo l’affermazione dello scorso anno: “Vincere per la seconda volta consecutiva ICON è bellissimo. Laparte finale è stata la più dura, ero allo stremo delle forze. Ma devo ammettere che il percorso di gara è spettacolare, ti lascia davvero senza parole.”
Ed è proprio il percorso nella sua interezza e nella sua maestosità il vero, grande, protagonista di questo appuntamento, un evento che grazie alla sua combinazione di difficoltà tecnica e bellezza paesaggistica è entrato a far parte del prestigioso circuito XTRI World Tour, che riunisce i triathlon più estremi e spettacolari al Mondo. Circuito che tornerà a Livigno anche nel 2024, in data 6 settembre.
E per chiunque abbia vissuto la giornata di ieri non è affatto difficile comprenderne le ragioni profonde, tra l’epicità della partenza all’alba, lo straordinario colpo d’occhio offerto dai durissimi passi alpini e le centinaia di persone presenti in paese per sostenere gli atleti lungo la frazione di corsa. Il tutto coronato da un arrivo degno della fama che ha saputo costruirsi negli anni: ultimi chilometri di pendenza proibitiva, fino alle porte del Carosello 3000. Il perfetto finale di una gara senza eguali.
Siate tutti benvenuti in questo luogo santo, la casa di Maria, per questa celebrazione eucaristica, a cui ci diamo appuntamento ogni anno, come membri dell'Unitalsi, che accompagnano e servono i nostri malati. In questa casa noi tutti siamo attesi, desiderati, al di là delle nostre singole condizioni, perché figli amati. Maria è qui. Ci riconosce e ci chiama per nome. Non siamo uno tra i tanti. Siamo amati nella nostra […]