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“I conti presentati dalla Banca Popolare di Sondrio dimostrano che il taglio dei costi non è una strada obbligata per ottenere buoni risultati e competere sul mercato.
A differenza dei maggiori gruppi italiani, la banca guidata da Mario Alberto Pedranzini non ha ridotto il personale – anzi, lo ha perfino aumentato – e non ha chiuso filiali. È la prova che i lavoratori non sono un peso ma una ricchezza per un’azienda che vuole coniugare efficienza e cura degli stakeholder in un’ottica di sostenibilità sociale.
Per rendersene conto basta scorrere i dati sulla produttività del lavoro, significativamente più elevati rispetto a quelli dei principali competitor”.
Questo il commento del segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani alla semestrale della Banca Popolare di Sondrio. “Il margine di interesse – continua Colombani – si è attestato a 320,3 milioni, in aumento del 21,3% rispetto ad un anno fa per effetto, in buona parte, dell’aumento del credito a clientela (+ 6,6%).
Anche le commissioni hanno messo a segno una buona performance (+ 7,9%), ma il margine di interesse costituisce la parte nettamente prevalente del margine primario (interessi netti più commissioni nette) come è naturale che sia per una banca che trae linfa dal sostegno che dà ai territori.
L’aumento del margine primario pro capite semestrale del 14,8% si è realizzato con una crescita dell’1,1% delle persone occupate nella banca, diversamente dalla riduzione di lavoratrici e lavoratori del 3% registrata nei primi cinque gruppi bancari”.
Peraltro, il dato relativo all’andamento dell’occupazione in Popolare di Sondrio nel semestre appena trascorso è espressione di un trend pluriennale ben consolidato: dal 2008 al 2021 l’occupazione è aumentata del 43% contro una riduzione complessiva del 31% nel sistema bancario. “È la dimostrazione – chiosa Colombani – che con più persone occupate e con il presidio e sostegno costante dei territori si possono raggiungere dei risultati eccellenti”.
Numeri che per Colombani “consentono alla banca di guardare con ottimismo agli obiettivi del piano industriale licenziato un mese fa.
Popolare di Sondrio ha le carte in regola per iniziare un nuovo cammino senza dimenticare i valori sui quali ha costruito la sua storia e premiando il lavoro con una più che meritata distribuzione della grande produttività raggiunta.
Il modo in cui verrà gestita l’innovazione digitale sarà al riguardo un banco di prova fondamentale.
Ci sono tutte le premesse, infatti, per costruire un modello che costituisca un riferimento virtuoso.
La digitalizzazione – conclude Colombani – deve servire ad arricchire il bagaglio di competenze dei lavoratori e ad offrire servizi migliori alla clientela”
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