All’Aprica sta per arrivare il momento tutto dedicato al folklore, con la Festa par i sciori e il Sunà da mars , tra le manifestazioni più sentite in paese e apprezzate dai turisti.
Si parte venerdì 24 febbraio con la quindicesima edizione della Festa par i sciori , o festa dell’ospite, in contrada S.
Pietro (una volta chiamata Ospitale).
Per una sera si torna al passato, attraverso mestieri, sapori e costumi di un tempo.
I contradaioli, con il prezioso supporto della Pro Loco e di tanti volontari, hanno il piacere di aprire agli ospiti le vecchie cantine e fienili, esponendo oggetti di un tempo e cucinando piatti e prelibatezze più o meno conosciuti della tradizione locale.
Polenta, sciatt , vin brûlé, la cupèta e la pipa dolscia per i più piccoli sono solo alcuni degli assaggi da gustare passeggiando nella suggestiva contrada, arricchita da grandi e bambini in costume tipico, musica, artigiani al lavoro e una spettacolare selezione di sci di tutte le epoche del museo Scarpù Uècc di Elio Negri.
La partecipazione alla festa, su prenotazione sul sito apricaonline.com, non prevede un biglietto di ingresso ma un contributo volontario il cui ricavato verrà devoluto alla Croce Rossa Italiana di Sondrio per un progetto di sostegno alla popolazione ucraina.
A seguire, il 4 marzo, la manifestazione più antica del paese, il Sunà da mars , legata al risveglio dell’erba, lungamente atteso un tempo quando la vita contadina era scandita dalle stagioni.
Nonostante ai giorni nostri la primavera sia tutt’altro che attesa e gli sciatori auspicano il protrarsi dell’inverno, le tradizioni continuano a tramandarsi e fortunatamente non vanno a perdersi.
Ed ecco quindi che da ogni contrada partono gruppi di forzuti “scampanatori” in costume, muniti di pesanti bronse e sampogn (diversi tipi di campanacci, appunto) diretti allegramente e rumorosamente alla Piazza delle sei contrade dove, tutti assieme, si mangia il mach , piatto tipico di questa occasione.
La manifestazione, tradizionalmente celebrata l’ultimo giorno di febbraio, è molto sentita non solo dagli aprichesi, ma anche dai turisti e dai vari gruppi folkloristici delle vicine valli: ecco perché da qualche anno si tiene nel sabato più vicino a tale data.
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