A pochi giorni dalla tragedia del 12 agosto 2020 a Chiareggio, quando la frana del Nevasco travolgendo l’auto su cui viaggiavano spezzò la vita di tre persone, tra cui una bambina di soli 10 anni, e il ferimento di altre due, compreso un bimbo di 4 anni, lo scorso 28 luglio la delicata indagine si è conclusa con l’emanazione di tre avvisi di garanzia nei confronti degli ex sindaci di Chiesa in Valmalenco Fabrizio Zanella, Christian Pedrotti e Miriam Longhini, indagati al pari dell’attuale primo cittadino Renata Petrella, sindaco anche quando si verificò la tragedia.
Dagli accertamenti, di estrema complessità e che hanno richiesto un’approfondita consulenza geologica, è emerso che la frana del 2020 sarebbe da attribuire non solo a cause di origine naturale, ma anche alla mancata adozione di azioni necessarie e utili a una mitigazione del rischio per la pubblica incolumità presente su un’opera viaria, il ponte sul torrente Nevasco, collocata in una zona classificata come a rischio molto elevato in violazione tra l’altro i diverse disposizioni del piano stralcio per l’assetto idrogeologico (PAI) e di diverse disposizioni del D. lgs. 3 aprile 2006, n. 152.
Nella fattispecie si legge nella nota del Procuratore della Repubblica Piero Basilone, “i sindaci succedutisi a Chiesa dal 2001 al 2020, avrebbero dovuto e potuto garantire l’attuazione di quelle misure precauzionali utili alla mitigazione e al controllo dei rischi presenti sul ponte sul torrente Nevasco”.
La Procura ora attende memorie difensive, documenti e richieste di interrogatorio o di approfondimenti d’indagine.
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