News

SANITA’. INFERMIERI A LOMBARDIA: “POCHI E MALPAGATI, RIFORME PNRR A RISCHIO”

today19 Settembre 2023 117

Background
share close






doctors in the operating room t20 wQxO30 1200x797 1

“10.000 IN ITALIA E 2.300 IN REGIONE DA TROVARE, O ADDIO CASE DI COMUNITA'”

Pochi, malpagati, con percorsi di laurea
e carriera non incentivati e dunque, se residenti in Lombardia,
in fuga verso la Svizzera. E a livello nazionale ne mancano
10.000 (2.287 in Lombardia) per attuare la riforma sanitaria
finanziata dal Pnrr, con case e ospedali di comunità che
rischiano di restare scatole vuote per il mancato rimpiazzo di
nuovi fabbisogni (26.850 Italia, 2.287 Lombardia), pensionamenti
a 65 anni (21.050, 2.100 in Lombardia) e lavoro all’estero
(15.000, 1.500 in Lombardia), secondo i dati di Agenas.
E’ in estrema sintesi il quadro dell’allarme infermieri in
Italia e in Lombardia offerto al Pirellone dai responsabili
regionali dell’Ordine delle professioni infermieristiche, sentiti
dalla commissione sanità presieduta da Patrizia Baffi di Fdi, che
ha aggiornato i lavori per un secondo giro di audizioni il
prossimo 28 settembre.
Gli stipendi sono tra i più bassi della media Ue, ha
confermato Stefania Pace, che ha parlato di un -23% sulla media
Ocse dei 30 mila infermieri italiani, molti dei quali lavorano
all’estero, “dove sono ambiti e valorizzati”. Ma il vero problema
resta il turn over: gli iscritti ai corsi di laurea (“iscritti,
non immatricolati”, ha precisato Pace) sono calati di un 10%, e
ai 10.000 pensionamenti a breve in Italia, “che aumenteranno”, si
fa fronte con 13 mila infermieri stranieri, che sono privi però
di iscrizione all’ordine, e dunque non verificati ne’ sulla
conoscenza della lingua italiana e tantomeno sulle competenze.
Gli infermieri stranieri sono 2.000 in Lombardia.
Il quadro del mancato turn over a fronte dei pensionamenti in
Lombardia è stato fornito dal vicecoordinatore regionale Opi
Aurelio Filippini, secondo cui sono 3.000 gli infermieri che
andranno in pensione in regione nei prossimi 5 anni, a fronte di
non più di 2.000 ingressi da neolaureati. Ancora più pesante la
situazione degli infermieri frontalieri: sono 6-7.000 gli
infermieri della Lombardia che lavorano all’estero, ha detto
Filippini, di cui “4.000 in Svizzera”. Una forza lavoro pari a
circa il 30-35% delle piante organiche delle aziende sanitarie
delle città di confine con la Confederazione, cioè Varese, Lecco,
Como e Sondrio. Giuseppe Negrini del Sidmi, che rappresenta
direttori e dirigenti delle professioni sanitarie, ha lanciato
l’allarme sull’età media di questi professionisti, che nel 2023
ha toccato a livello nazionale i 52 anni e 2 mesi. La Lombardia
poi è la regione col maggior numero di infermieri sopra i 58
anni.
La prime richieste a Regione Lombardia riguardano misure di
welfare, tra cui carta sconto benzina, borse di studio a studenti
che passano dal secondo al terzo anno, incentivi e borse per chi
frequenta master successivi alla laurea, dal costo medio di 2.900
euro l’anno a fronte di retribuzioni mensili che non superano
nella migliore delle ipotesi i 1.600-1.700 euro. Sui salari però
Pasqulino d’Aloia, presidente Opi Milano, Lodi, Monza e Brianza
ha corretto al ribasso lamentando la “situazione abitativa di
Milano e provincia con 1.480 euro di stipendio medio, a fronte
del costo di un posto letto di 550 euro”.







Written by: Radio TSN

Rate it

Previous post

Direttore Virgilio e presidente Bambini

News

Zootecnia: stop alle registrazioni in BDN, ma arriva il protocollo Coldiretti Sondrio/Aral

A seguito dell’entrata in vigore del D. lgs 134/2022 che sospende il servizio delle registrazioni in Banca Dati Nazionale (BDN), come da comunicazione da parte di ATS della Montagna, la quale non proseguirà l’attività e terminerà l’erogazione delle prestazioni rese a far data dal 01/10/2023, Coldiretti Sondrio ha attivato una protocollo d’intesa con Aral. Consapevoli dell’importanza del servizio erogato, in relazione anche alla gestione della PAC 2023-2027, e del ruolo […]

today19 Settembre 2023 134