Ottavia Della Cagnolettaèuna dermopigmentista di Sondrio ma soprattutto èunapersonaspeciale, in grado di portare il sorriso a tante donne che hanno sofferto a causa del tumore al seno e a tutto ciò che ne è conseguito.
Ottavia Della Cagnoletta
“Ho iniziato a fare dermopigmentazione per le sopracciglia e per le labbra edevo ringraziare il mioragazzo Michele Spini,cheha avuto una persona vicina cheha perso la battaglia contro il cancro,perché mi ha spronato a intraprendere questo cammino con la consapevolezza chefosse necessario fare qualcosa per chi invece ce l’ha fatta, ma che porta su di sé le cicatrici di questa terribile battaglia”.
E così Ottavia ha contattato un’insegnate di Biella che si chiamaDorota Bratek, che si occupa principalmente di tatuaggi paramedicali e ricostruiscel’areolacon lapigmentazione.
Ottavia Della Cagnoletta ha collaborato con il dottorGiorgioBaratelli, direttore dell’unità di senologia dell’ospedaleMoriggia PelascinidiGravedonae con il dottorAlessandroGrechi, dirigente medico di chirurgia generale dell’ospedale di Sondrioe attualmente collabora con la LILT di Sondrio.
I suoi lavori sono a titolo gratuito perché “regalare un sorriso- dice Ottavia-non ha prezzo”: infatti il nome della campagna ideata da Dorota Bratek si chiama proprio“Areola Mammaria 3D, paga con un sorriso”e ha lo scopo di aiutare le donne a sentirsi sicure, per ritrovare la propria femminilità dopo la vittoria contro il cancro.
Ottavia Della Cagnoletta ha deciso di sposare la causa, trasformando la sua passione in una missione perché come dichiara: “Ogni donna ha il diritto di vivere serenamente il rapporto con il proprio corpo, soprattutto dopo aver affrontato un lungo cammino di sofferenza”; una donna di valore, che con il suo contributo è in grado di regalale un sorriso a chi ha perso la fiducia in se stessa.
Dall’ottobre del 2022 ha intrapreso questo percorso e dice che le donne, dopo la dermopigmentazione o dopo la skin teraphy, ossia la cura delle cicatrici dell’operazione, piangono per la gioia di ritrovare una parte del proprio corpo che non avevano più.
Un gesto di solidarietà che rende le donne felici e fiere di loro stesse, che ritrovano la propria fisicità, ma soprattutto la loro individualità, un gesto che non soltanto cura il corpo ma cura l’anima.
In un mondo in cui ancora si lotta per la parità di genere, la ricostruzione di una parte fondamentale della femminilità, rappresenta un passo avanti per la tutela delle donne, perché l’autostima e la fiducia in se stesse passa anche attraverso la gioia del proprio corpo, tempio nel quale alberga la propria anima.
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