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Chiavenna ospita il VIII Summit Nazionale delle Bandiere Verdi 2024 di Legambiente e fa… un figurone!

today27 Maggio 2024 35

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bandiere verdi
Alpi sempre più green, attente alla sostenibilità e all’innovazione. A testimoniarlo è lo sprint nel 2024 delle
bandiere verdi, il riconoscimento che Legambiente assegna ogni anno all’arco alpino, che arrivano a
quota 23, registrando un +15,7% rispetto al 2023 (erano 19).

Vessilli green che hanno per protagonisti comunità, territori, cittadino, associazioni e amministrazioni capaci di puntare su sostenibilità e innovazione dando un nuovo futuro ai luoghi montani, minacciati da crisi climatica e spopolamento abitativo.

Il Piemonte, si conferma per il sesto anno consecutivo, re indiscusso di buone pratiche con 5 bandiere
green, seguito da Valle D’Aosta, Lombardia, Veneto, con rispettivamente 4 bandiere, Friuli Venezia Giulia, 3 bandiere, e poi da Trentino, Alto Adige, e Liguria, tutti con una bandiera.

Agricoltura, turismo consapevole e convivenza uomo-natura anche con i grandi predatori sono i tre
grandi filoni delle 23 bandiere verdi di quest’anno premiate dall’associazione ambientalista in
occasione del VIII Summit nazionale delle Bandiere Verdi che si è svolto a Chiavenna con il
convegno “Comunità in transizione”, e che ha visto confrontarsi esperti del settore e realtà territoriali.

Per il filone agricoltura, tra i premiati, si va ad esempio, dal progetto piemontese REACTION che mette al centro la manutenzione dei castagneti attraverso una gestione sostenibile delle biomasse residuali della filiera del castagno; alla Valchiavenna (SO) dove sei realtà attive sul territorio – la Comunità Montana della Valchiavenna, l’Asfo di Piuro, il Consorzio Forestale di Prata, l’Associazione Amici della Val Codera, l’Associazione Patate di Starleggia e Amici della Patate di Starleggia, l’Asfo di Fraciscio Valchiavenna – sono impegnate nel recupero dell’agricoltura montana e nella valorizzazione delle varietà agronomiche locali.

Per il filone turismo consapevole, si va dal trekking letterario, in Veneto, con l’Alta Via dell’Orso, ideato
dallo scrittore padovano Matteo Righetto insieme all’associazione turistica di Colle Santa Lucia, all’Alta Via
dei Monti Liguri (GE) e nella vicina val Borbera (AL) dove con il Cammino dei Ribelli si sta rilanciando una
terra spopolata e bellissima. In Piemonte il turismo passa anche dalla riqualificazione edilizia, il comune di
Moncenisio (TO) è in prima linea per il recupero e la trasformazione delle Casermette, che insieme
all’Ecomuseo “Le terre al Confine”, costituiscono il potenziale fulcro di un processo di rinascita per il
territorio. Per il filone convivenza uomo-grandi predatori tra gli esempi virtuosi c’è quello del Parco
Nazionale delle Dolomiti Bellunesi con il progetto “Convivere con il lupo si può” e il progetto Pasturs dove
lavorando insieme ai pastori si affrontano i problemi della monticazione. A questi si aggiunge l’importante
intervento della Regione Piemonte che con il “Pagamento compensativo per le zone forestali Natura 2000”
contribuisce attivamente a conservare gli ecosistemi naturali.

In questo “panorama montano” di buone pratiche non bisogna, però, abbassare la guardia come ricordano
anche le 10 bandiere nere 2024 assegnate da Legambiente a quelle realtà che a suo avviso “non
percorrono la retta via aggredendo la montagna”. I dieci vessilli neri – 3 al Piemonte, 2 rispettivamente a
Valle d’Aosta e Friuli-Venezia-Giulia, 1 per Alto Adige, Lombardia e Veneto – sono raggruppabili in due
grandi filoni: quelli legati all’industria sci nell’era del riscaldamento climatico e quelli di natura
trasportistica e viabilistica. Tra le 10 bandiere nere, quella alla Valle d’Aosta dove Fra Zermatt e Cervinia le
ruspe al lavoro hanno inferto pesanti ferite al ghiacciaio Teodulo per ampliare i domaines skiable ai fini di
competizione agonistiche.
“Con il summit nazionale delle bandiere verdi – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di
Legambiente – vogliamo portare in primo piano le tante esperienze virtuose che arrivano dall’arco alpino,
frutto di un cambiamento sociale e culturale, e da quelle aree interne del Paese che attirano sempre più
giovani pronti a cambiare vita. Oggi una delle grandi sfide riguarda proprio il ripopolamento di queste zone,
ripensando ad un turismo e ad un modo di vivere sempre più in una chiave sostenibile, innovativa, ma
anche di inclusione sociale. Per vincere questa sfida, sia sulle Alpi sia sugli Appennini, è fondamentale non
lasciare sole le comunità montane. Per questo al Governo Meloni chiediamo di sostenere la montagna con
maggiori stanziamenti e incentivi economici per aiutare giovani e imprese, lavorando per un ripristino dei
servizi pubblici essenziali oggi qui sempre più carenti”.
“Ancora una volta – commenta Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente – le aree
montane dimostrano di anticipare i tempi del cambiamento più che altrove, mettendo in campo anche
azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. L’aver censito ben 23 bandiere verdi, per
altro in crescita, ne è una prova. Le storie raccontate, per loro natura, vanno a definire una terza via, oltre
le due opposte derive che confinano la montagna tra la museificazione e quella più aggressiva dell’industria
del turismo. La nostra montagna non è il luogo dell’incontaminato, ma nemmeno il posto da stravolgere
pur di gareggiare a tutti i costi com’è successo per il ghiacciaio del Teodulo in Valle d’Aosta”.

Lombardia, 4 bandiere verdi: dalla Valchiavenna con sei realtà premiate per il recupero dell’agricoltura
montana e la valorizzazione delle varietà agronomiche locali alla società Economica Valtellinese, a Sondrio
(SO), per i percorsi formativi Montagna 4.0 – FUTURe ALPS. Dal Museo del latte di Vendrogno, a Bellano
(LC), alla cooperativa Sociale Eliante Onlus, Coldiretti Bergamo, WWF Italia e WWF Bergamo-Brescia, Parco
Orobie Bergamasche (e Parco Mont Avic-AO) per aver avviato azioni concrete di miglioramento della
convivenza tra allevamento e grandi predatori. 1 Bandiera Nera: alla Società RSI srl controllata da Valle
Decia (BG) per la recente riproposizione di un progetto di collegamento intervallivo per il turismo dello sci,
vecchio di 25 anni, tramontato per problemi finanziari e ambientali.

 







Written by: Redazione

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