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«Ecco perché Popolare Sondrio vale più dell’offerta di Bper». Il Direttore Generale, Mario Alberto Pedranzini parla al Sole24Ore

today20 Giugno 2025 289 2

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«Il vero valore di Banca Popolare di Sondrio lo esprimono il mercato e gli investitori, non solo le fairness opinion». Lo afferma l’amministratore delegato Mario Alberto Pedranzini, commentando l’Offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata da Bper Banca.

“…Secondo Pedranzini, il prezzo implicito dell’Ops – pari a 10,80 euro – non riflette adeguatamente il reale valore della Popolare di Sondrio, né le potenzialità di crescita delineate nel nuovo Piano industriale 2025-2027. «Gli investitori – sottolinea – hanno fin da subito giudicato l’offerta insufficiente, come dimostra il comportamento del titolo in Borsa, che ha chiuso ieri a 11,52 euro, ben sopra il valore implicito dell’offerta».

Valutazione e sinergie: le criticità evidenziate da Sondrio

Il Consiglio di Amministrazione della Popolare riconosce la congruità dell’offerta solo sul piano strettamente finanziario, basandosi sulle fairness opinion di BofA Securities e Morgan Stanley. Tuttavia, ritiene che l’offerta di Bper non valorizzi pienamente l’istituto, soprattutto in termini di sinergie e performance operative.

«Solo il 16% delle sinergie previste – circa 1,5 miliardi – andrebbero ai nostri azionisti, quando il contributo della nostra banca giustificherebbe una quota ben maggiore, fino all’80%», spiega Pedranzini. «La nostra produttività è superiore, il nostro cost/income al 39% è più efficiente rispetto al 54% di Bper, e gli investimenti nel digitale hanno potenziato il nostro servizio e la fidelizzazione della clientela».

Un modello di crescita differente

Popolare di Sondrio rivendica il proprio modello di sviluppo organico, costruito nel tempo senza acquisizioni, arrivando a contare oggi circa 500 filiali. «A differenza di Bper, cresciuta tramite numerose operazioni straordinarie, noi abbiamo sempre puntato su un’espansione sostenibile, senza ricorrere a licenziamenti né al fondo esuberi», precisa l’AD.

Il piano industriale della Popolare prevede un utile netto cumulato di 1,8 miliardi di euro nel triennio 2025-2027 e 1,5 miliardi di dividendi, con un payout all’85%. «Condizioni che rendono l’Ops attuale diluitiva e non conveniente per i nostri azionisti», sottolinea Pedranzini.

Le preoccupazioni del territorio e dei dipendenti

L’eventuale fusione con Bper solleva preoccupazioni tra i 900 dipendenti delle strutture centrali di Sondrio, che temono una perdita di autonomia e identità aziendale. Secondo stime interne, l’aggregazione potrebbe comportare fino a 800 esuberi e la chiusura di numerose filiali, a causa di sovrapposizioni territoriali.

«Noi invece continuiamo ad assumere – oltre 200 nuove posizioni nel piano industriale – e a espandere la rete fisica, accanto allo sviluppo del digitale», ribadisce il manager.

L’impegno della banca verso i clienti e il territorio

Nonostante le incertezze legate all’Ops, Pedranzini ribadisce la missione dell’istituto: «Qualunque sarà l’esito dell’offerta, il nostro dovere è continuare a servire i clienti con eccellenza, difendere il valore creato in 154 anni di storia e garantire la miglior prospettiva per i nostri stakeholder».







Scritto da: Giuliano Padroni

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